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Folkest presenta JOAN BAEZ – 8 marzo – Udine serata da tutto esaurito al Giovanni da Udine.

Sembra essere inziata nel migliore dei modi la collarazione tra Il Teatro Giovanni da Udine e Folkest. Un tutto esaurito che accoglierà Joan Baez con lo splendido colpo d’occhio di un teatro strapieno in ogni ordine di posti. Sarà la seconda di quattro date del tour italiano che, oltre Udine, toccherà Bologna, Roma e Milano. Una giornata interamente dedicata alla musica che, in occasione della Festa della Donna, con l’inaugurazione pomeridiana alle 16 della mostra del disco in vinile della Baez ealle 18 le porformance di due significative giovani artiste friulane che si son fatte valere negli ultimi

JOAN BAEZ

JOAN BAEZ

tempi, come Serena Finatti e Giulia Daici. Un punto d’onore per Folkest essere riusciti a riportarla in Friuli, dove venne l’ultima volta nel 2000, prorpio per Folkest, in una memorabile notte d’estate al castello di Udine, nel corso della quale le fu anche ssegnato il Premio Folkest alla carriera. Una voce staordinaria, un cuore militante, una donna che nella sua vita non si è fermata di fronte a nulla, rischiando l’impopolarità e, spesso, anche la galera, per riaffermare il diritto di essere liberi, come recita la canzone inno che in tutti i folk festival americani viene intonata nella session finale: I shall be realized. Confessa di non scrivere pezzi nuovi da molti anni, ma sostiene che la musica resta un mezzo fortissimo per smuovere la gente e in questi tempi ne servirebbe tanta e bellissima. Cosa che purtroppo non accade! 74 anni compiuti pochi giorni fa, voce ancora limpida e cristallina, vivace e appassionata com’era quando, poco più che ventenne, cantava assieme a Bob Dylan alla grande marcia per i diritti civili del 1963, quando Martin Luther King pronunciò il suo leggendario I have a dream. O come quando, nel dicembre del 1972, nel pieno della guerra, andò in Vietnam e rimase per due settimane in una Hanoi dove esplodevano le bombe lanciate dagli aerei americani. Da più di cinquant’anni, Joan ha sempre raccontato tutto ai suoi fans, continuando a rinnovare i suoi concerti con passione, energia e vitalità, sempre alla ricerca di una buona canzone, di una giusta causa da sostenere, confermandosi un tesoro invidiabile per l’umanità. Il manifesto di Joan Baez nel 2015 è ben chiaro: Quello che so è che in questo momento abbiamo un gran bisogno di buona musica e sono consapevole che gli anni nei quali ho iniziato a suonare io sono stati un periodo straordinario e irripetibile. Sarà in scena con due eccellenti musicisti, Gabriel Harris, che è un percussionista, e Dirk Powell, un multistrumentista capace di passare dal banjo al violino o alle tastiere. Per quanto riguarda la scaletta, non mancheranno i suoi classici, ma ci saranno le cose che il pubblico italiano vuole sentire. Joan Baez ama raccontare le sue storie durante i concerti e quand’è in Italia, paese per il quale ha più volte dichiarato il proprio amore, cerca di farlo in italiano, per avere un rapporto più diretto con chi l’ascolta. In questo mondo travagliato – parafrasando la canzone Wings – Joan Baez continua a cercare un posto dove essere ascoltata mentre canta.

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