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I traffici illeciti di rifiuti nell’asso di Monnezza

Ulderico Pesce ieri sera a Udine, al Palamostre nell’ambito del cartellone della stagione Akropolis 13 del Teatro Club,  ha portato in scena Asso di Monnezza, il suo lavoro di denuncia, il suo teatro civile che questa volta si occupa di rifiuti, o meglio del business che sta dietro all’immondizia. Il testo, scritto sulla base della documentazione ufficiale della Magistratura italiana e dei rapporti ecomafia di Legambiente, denuncia senza risparmiare nomi, clan della camorra, funzionari delle istituzioni pubbliche coinvolti in traffici illeciti, fabbriche di fertilizzanti dell’agricoltura che sversano rifiuti tossici nei campi. Perchè dietro a malattie incurabili, a morti apparentemente inspiegabili c’è un commercio di rifiuti che viene smaltito senza alcun riguardo nè per persone nè per le cose, per l’ambiente solo in nome del denaro.  Un traffico fiorente anche perchè, in Italia, il reato contro l’ambiente non è punito penalmente ma solo con ammende pecuniarie.Il pretesto per raccontare tutto questo è dato dalla storia, emblematica, di Marietta (il nome è di fantasia) che é nata a Pianura vicino Napoli e abita con mamma e papà in un condominio che si affaccia sulla discarica. La sua vita, nel bene e nel male sarà legata indissolubilmente a questo luogo: nella discarica troverà una bambola che i genitori molto poveri mai avrebbero potuto comprarle e a causa di malattie provocate dai miasmi della discarica stessa perderà i parenti più stretti. Rimasta sola si sposerà con Nicola e andrà a vivere a Giugliano dove anche li sorgerà una discarica. Durante una visita alla sorella che abita a Colli Aniene a Roma dove fanno la raccolta differenziata, in Marietta scatta una voglia di riscatto, di cambiamento. Così aiutata da due dei tre figli, ma non ascoltata dalle istituzioni, inizia a fare la raccolta porta a porta. Ma lei ha un altro figlio che invece, con il padre, preferisce occuparsi dello smaltimento – illecito – della monnezza: sono diventati infatti malavitosi che smaltiscono in cambio di compensi profumatissimi rifiuti altamente pericolosi che provengono dal Nord e che loro buttano senza ritegno nel mare, nei fiumi o sulla terra destinata all’agricoltura. Così Marietta e Nicola rappresentano due modi di vivere e ragionale la legalità e l’ambiente. Pesce con linguaggio apparentemente scherzoso porta gli spettatori a fare un giro d’Italia dove come tappe non ci sono città d’arte o luoghi di mare o montagna ma discariche o fabbriche che producono scorie pericolosissime. Nessuna regione si salva, tutte chi più chi meno sono interessate da questo business. Non ci sono orpelli nella scenografia, l’attore con le sue parole riempie il pacoscenico. Di aiuto alla sua narrazione vengono solo due filmati, originali, forniti dai Carabinieri dove si vedono chiaramente i camion che gettano la monnezza nelle discariche abusive di Salerno e Caserta. Alle risate a denti stretti si sostituisce una sottile angoscia.  L’attore ha colto nel segno, il palcoscenico è diventato ancora una volta luogo dove gli spettatori possono svliluppare una coscienza critica sulle cose che accadono per poter fare nel presente scelte consapevoli che inevitabilmente si rifletteranno nel futuro. Di se stessi e degli altri.

Maria Teresa Ruotolo

 

About Maria Teresa Ruotolo

Nata a Udine nel 1970 vive a Grado. Giornalista Pubblicista dal 2004; Laurea in Scienze Politiche indirizzo politico sociale collaborazione varie: con il Consorzio Agenti Immobiliari per la redazione dell’editoriale di Corriere Casa Nord Est; con Gruppo Sirio per la redazione di articoli pubblicati sul periodico Business Point e altre varie collaborazioni per la redazione di articoli di attualità e politica.

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