udine 20 11 2014 “Giovedi sera, che bello !Si va a teatro …” “Ah ,si,(Mio figlio si fa coinvolgere ma non esagera mai con l’entusiasmo)che c’è di nuovo ?” “Shakespeare “gli rispondo ,e lui “ancora? ancora tragedie ,sangue , intrighi di famiglia ,complotti ?” “No dai ,credo che stasera si vada più sul romantico :amore e denaro sono i temi del “Mercante di Venezia”,in definitiva poi i veri motori del mondo ma in quale ordine di importanza poi si vedrà.”Ma il nostro buon William proprio non ci poteva lasciare senza quel pizzico di crudeltà che lui riesce ad infilare qua e là anche in un rapporto di amicizia o d’affari . Si perchè è l’amore per il denaro o il denaro che guida l’amore nella lotta quotidiana dell’esistenza ? Scavando ,ma nemmeno troppo , tra le vicende umane , sia della repubblica di Venezia del ricco rinascimento , sia nel travagliato ventunesimo secolo, i soldi ,gli affari ,quasi nella totalità dei casi ,sono i colpevoli di tutto . Shakespare ambienta nella ricca capitale della laguna veneta una vicenda apparentemente romantica a lieto fine , ma in realtà cruda ,crudele e critica nei confronti dei raporti umani .Shylock, ricco mercante ebreo privo di scrupoli , presta una grossa somma a Bassanio , squattrinato ma godereccio giovanotto di una combriccola di amici altrettanto festaioli , solo dopo che la garanzia dela restituzione gli viene promessa da Antonio , altro veneziano benestante intimo amico del ragazzo, che forte dei suoi commerci si sente certo del ripianamento del debito e non si scompone più di tanto alla richiesta del subdolo strozzino di avere come penale una libra di carne del corpo del suo debitore . Crudele vero? Il potere è dato dal denaro; Shylock lo sa bene, e Silvio Orlando si impadronisce perfettamente del personaggio così gretto e subdolo senza mai farlo diventare una macchietta. L’attore dà il suo contributo perfino marcando l’accento straniero dell’ebreo, facendo così notare la differenza tra lui e “i veneziani” ,la totale diversità di vedute e di comportamento negli affari ,che apena possibile gli permette di sfogare tutto il rancore dei suoi precedenti contrasti con Antonio in una così cruenta richiesta di risarcimento.Mi ha piacevolmente colpita l’interpretazione dell’attore napoletano che centra sempre l’obbiettivo che la parte gli propone , non cede al rischio di essere il Silvio Orlando tragicomico che più spesso conosciamo . Meno mi sono piaciuti gli altri interpreti ,c’era come una sconnesione rispetto allo spazio-tempo di Shylock .Il mercante ebreo si pone come una figura in giusto equilibrio che lega l’epoca shakespiriana all’attuale ,gli altri o troppo farseschi (gli amici veneziani)o le donzelle innamorate tropo surreali, quasi fiabesche rispetto alla vicenda che , data la scenografia scarna composta da pochi arredi , richiedeva una recitazione meno leggera .Era come se mancasse un traduttore tra il messaggio che l’autore lanciò dalla sua epoca .Silvio Orlando ha raccolto, elaborato e trasmesso bene al pubblico , gli altri non sono riusciti ad “uscire “dal testo .
Pensateci e pensatemi Al.Ga.