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“La guerra” di Carlo Goldoni, Sala Bartoli Politeama Rossetti TRISTE DAL 10 AL 14 E POI 17 E 18 APRILE

“La guerra” di Carlo Goldoni, Sala Bartoli Politeama Rossetti TRISTE DAL 10 AL 14 E POI 17 E 18 APRILE

Molto applaudita lo scorso anno, la produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “La guerra” di Carlo Goldoni, ritorna per alcune repliche alla Sala Bartoli, nell’ambito della tournée nazionale che porta lo spettacolo anche a Milano e Napoli. Franco Però vi dirige gli attori della Compagnia Stabile e parecchi nomi “ospiti” che danno voce alle ironie dell’autore sul tema del conflitto e a forti assonanze con l’attualità: Goldoni infatti denuncia chiaramente la guerra come gioco d’interessi e cinica occasione di speculazione”.

Presentata per la prima volta lo scorso anno a inizio stagione, “La guerra” di Carlo Goldoni, per la regia di Franco Però è stato uno spettacolo molto amato dal pubblico, che ha affollato le repliche in programma alla Sala Bartoli: ecco allora riproposto lo spettacolo a Trieste ora, dal 10 al 14 e poi il 17 e 18 di aprile, nell’ambito della tournée che lo spettacolo ha da poco intrapreso e che tocca molte città italiane dalla regione, a Milano, a Napoli.

La guerra” rappresenta una scelta interessante: è una commedia poco frequentata sui palcoscenici italiani, ma ricca di spunti degni d’attenzione. Ci sono distanze ma anche forti assonanze con il mondo attuale che confermano l’irraggiungibile talento dell’autore veneziano nel cogliere altezze e cadute dell’uomo, ritratto fra incisività e battute bonarie.

«Goldoni è un autore straordinario per la sua capacità di leggere il mondo e la società, di analizzarne gli aspetti in uno spettro molto vasto» commenta Franco però che ha scelto di portare in scena questo testo, affidandolo a un grande cast composto dall’intera compagnia del Teatro a cui si aggiunge Mauro Malinverno, impegnato nel divertente e cinico personaggio del Commissario Don Polidoro e diversi altri attori ospiti, fra cui Gabriele cancelli, Adriano Giraldi, Stefano Pettenella. «Di questa commedia mi ha sempre colpito l’acutezza nel ritrarre il mondo di “piccoli interessi” che una guerra muove» prosegue Però illustrando le ragioni che lo hanno condotto a questa commedia. «Denunciando le piccole tresche del commissario, Goldoni riesce a chiarire perfettamente una delle ragioni fondamentali per cui le guerre, sempre e comunque, “funzionano”. Lo sfruttamento della situazione bellica da parte di alcuni dei personaggi goldoniani riflette come in uno specchio i terribili macro-interessi per cui i conflitti, anche oggi, non vengono spenti mai del tutto…».

Si evince dai Memoires” che “La guerra” è ispirata a Goldoni dall’impressione diretta di una battaglia, a cui gli era capitato di assistere: ma l’impressione dell’assedio non ha certo obnubilato il suo spirito d’osservazione. Egli infatti denuncia come la guerra sia soprattutto un grande affare, dimostrando una sorprendente modernità di pensiero. E se le battute e i tormentoni dell’avido Commissario Don Polidoro – che sulle miserie dell’assedio cinicamente si arricchisce – da un lato fanno divertire il pubblico (rasserenato peraltro da una pace che nel finale riunisce gli amanti e punisce i colpevoli) dall’altro accendono negli spettatori una luce critica, un campanello d’allarme che evocherà ben più pericolose battute: magari inquietudini di brechtiana memoria, o attualissimi echi delle voci di chi lucra vendendo armi a paesi in guerra o ride prevedendo gli affari che si possono concludere sulle macerie di un terremoto…

Ma nell’affresco goldoniano de “La guerra” non ci sono solo tinte cupe: c’è spazio anche per la tenerezza dei sentimenti, poiché su un altro piano la commedia sviluppa anche la romantica storia dell’amore fra due giovani appartenenti agli opposti schieramenti. Può la figlia di un generale innamorarsi di un militare nemico? Avrà futuro un così minacciato sentimento?

Scritta nel 1760 e presentata con successo a Carnevale al Teatro San Luca di VeneziaLa guerra si svolge nel corso di un assedio: il drammaturgo ha così modo di osservare quasi “al microscopio” gli atteggiamenti degli assedianti, nella claustrofobica attesa.

Un’umanità che vive in una dimensione atemporale e quasi distaccata dalla realtà e dai suoi valori, fra irresponsabilità fanatica e snervante attesa del combattimento. E se Don Polidoro incarna sul piano degli interessi questa spogliazione di umanità e di senso, è ancor più durasul piano degli affetti sua figlia quando confida «Saranno morti in battaglia più di cento ufficiali che spasimavano per amor mio. Sulle prime mi dispiaceva la perdita di qualcheduno: ora tanta specie mi fa sentir dire il tale è restato mortocome se mi dicessero che ha perduto al gioco (…) Per questo quando tratto con ufficiali che hanno dandar a combattere mi par di trattare con delle ombre (…) Mi rallegro con chi torna, mi scordo di chi ci resta, scherzo coi vivi e non mi rammarico degli estinti». Un atteggiamento ancor più crudo se posto al confronto dell’amore lacerante eppure intenso che nasce – contro ogni ragionevolezza – fra la giovane figlia del comandante della fortezza assediata ed uno dei soldati nemici che la tengono prigioniera.

Gli attori della Compagnia Stabile, assieme a Mauro Malinverno, e gli altri “ospiti”, incarnano le molte figure che animano l’assedio con precisione e affiatamento, restituendo con gusto ogni sfumatura del testo goldoniano, costruito con impeccabile precisione teatrale, efficace nelle stoccate più ciniche come negli accenti più esilaranti.

La guerra” va in scena fra gli “Eventi speciali” programmati dal teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia da mercoledì 10 a domenica 14 aprile e poi ancora la settimana successiva mercoledì 17 e giovedì 18 aprile. Lo spettacolo inizia sempre alle ore 21 tranne giovedì 11 e venerdì 12 aprile (inizio ore 19.30) e domenica 17 (inizio ore 17).

I biglietti per lo spettacolo si possono acquistare presso i punti vendita del Teatro Stabile regionale e naturalmente anche attraverso il sito www.ilrossetti.it.

E.L.

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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