Il racconto di un’esperienza vissuta dall’autore che, all’interno di una fattoria sociale, da molti anni opera a contatto con l’umanità misteriosa e spiazzante degli utenti che la abitano. Un saggio/romanzo sulla terra, sull’esperienza di lavoro di un contadino, sulla psichiatria e il rapporto tra normalità e anormalità; un racconto fatto di rabbia e poesia che incrocia le parole e le idee di Federico Tavan, Franco Basaglia, Pierluigi Cappello e Henry David Thoreau.
L’albero capovolto ci conduce a conoscere “i suoi ragazzi”, autentici nei caratteri, nelle manie, nelle nefandezze come nei gesti di grande generosità; ci porta a comprendere le ragioni della coltivazione di un giardino del dissenso e a riflettere su quale contributo può dare una fattoria per l’affermazione di un’economia che tenti di limare, se non di annullare, le diseguaglianze.