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lunedì 24 luglio va in scena la vicenda tragica ed eroica del pugile sinti l’uomo che si oppose al nazismo

lunedì 24 luglio va in scena la vicenda tragica ed eroica del pugile sinti l’uomo che si oppose al nazismo

UDINE – Al Festival delle Valli del Natisone/Festival V Nadiških Dolinah lunedì 24 luglio va in scena la vicenda tragica ed eroica del pugile sinti Johann Wilhelm Trollmann: lo spettacolo “9841/Rukeli”.(ore 21.30, Tribil Inferiore – Stregna) è firmato dalla compagna di ricerca veneziana Farmacia Zoo:E’ e si è aggiudicato il Roma Fringe Festival 2016, la più importante rassegna italiana dedicata al teatro off. Fare memoria degli orrori del totalitarismo significa anche riscoprire e raccontare – ostinatamente – una storia poetica e potentissima che sembrava destinata ad essere sepolta dalla polvere: questo il presupposto dello spettacolo. L’incontro dell’attore e autore veneziano Gianmarco Busetto – che firma il testo dello spettacolo, interpreta in scena il pugile-zingaro ed è anche regista assieme a Enrico Tavella – con la storia di Rukeli è stato folgorante: Johann Wilhelm Trollmann – vero nome di questo fuoriclasse – si presentò di fronte al suo avversario con la faccia cosparsa di farina e i capelli tinti di biondo, per canzonare la retorica ariana e i gerarchi che lo avevano costretto a combattere senza muoversi dal centro del ring, sapendo quindi di andare incontro alla morte. 9841 sarà il suo numero in codice nel campo di concentramento di Neungamme. In quanto di origine sinti avrebbe dovuto perdere: il regime non ammetteva un copione diverso per quel match già scritto. Avrebbe potuto piegarsi a quella farsa, accettare il compromesso e tornare alla sua vita di atleta amatissimo dagli appassionati di boxe e altrettanto amato dalle donne. E invece no: credeva così tanto nella libertà da sfidare il partito nazionalsocialista sul suo campo, quello della propaganda, a mani nude, con l’arma del coraggio e un’unica, straordinaria, azione. «Proprio in questo – racconta Busetto – sta la contemporaneità del suo messaggio: quante volte smettiamo di lottare per pigrizia, rinunciamo ai nostri ideali se ci chiedono di affrontare sfide che ci sembrano difficili e rinunciamo anche a noi stessi, alla nostra dignità. Anche oggi dobbiamo fare i conti con tanti tipi di dittature, certo meno esplicite di quella contro cui si è battuto Rukeli: dalla sua forza, ma più ancora dalla sua consapevolezza, abbiamo molto da imparare…»

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