La Riserva naturale regionale del lago di Cornino, regno dei grifoni, riapre le sue porte al pubblico dopo la lunga fase del lockdown, che ha imposto la dilazione della data inizialmente prevista per l’avvio di stagione – programmato per il mese di aprile – e una rivisitazione del ricco cartellone di eventi definito per il 2020: il Comune di Forgaria nel Friuli, che gestisce il sito avvalendosi della collaborazione operativa della Pavees Soc.Coop., sta ora studiando la possibilità di organizzare alcuni appuntamenti nel corso dell’estate, naturalmente nel pieno rispetto delle direttive volte a evitare la diffusione del contagio da Covid-19. Sicurezza in primo piano, dunque: del resto la realtà della Riserva, con i suoi ampi e incantevoli spazi all’aperto, si presta perfettamente a una visita rispettosa delle disposizioni governative, a cominciare dal mantenimento delle distanze interpersonali.
«In questa fase complessa, in cui molti cercano destinazioni turistiche alternative ai luoghi affollati e, nel contempo, a portata di mano, vicino a casa – commenta il sindaco di Forgaria nel Friuli, Marco Chiapolino -, il lago di Cornino può rappresentare una meta ideale, oltre che, ovviamente, di estremo interesse. L’afflusso all’area viene attentamente monitorato, in modo tale da evitare ogni possibile rischio di assembramenti. Per chi poi desiderasse trattenersi in loco per più di una giornata, c’è la possibilità di un pernottamento all’insegna della sicurezza e della qualità, nelle accoglienti case dell’albergo diffuso e nelle altre strutture ricettive del territorio».
Il Centro visite della Riserva «è aperto tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18», informa il presidente della cooperativa Pavees, Luca Sicuro. Per accedervi c’è l’obbligo di mascherina, che andrà indossata per tutto il tempo di permanenza nella struttura; prima dell’ingresso è necessario igienizzarsi le mani con il disinfettante disponibile all’entrata. Quanto agli spazi esterni, il percorso è accuratamente segnalato: i visitatori sono invitati a seguirlo senza cambiare direzione, in modo tale da non incrociare altre persone in entrata.
«L’attività di studio è in pieno corso, perché in questo periodo si registra un gran movimento di grifoni – dichiara Fulvio Genero, direttore scientifico della Riserva -: tre sono arrivati dalla Spagna, uno dalla Bulgaria, un altro dalla Grecia, due dall’Abruzzo. Di ulteriori esemplari stiamo aspettando di ricostruire la provenienza. E pochi giorni fa abbiamo avuto la sorpresa di ammirare un avvoltoio monaco, che sappiamo essere stato liberato in Bulgaria nel 2018, nell’ambito di un progetto di reintroduzione della specie in natura, e che è arrivato alla Riserva dopo aver sorvolato Romania, Bulgaria, Grecia: i contatti con vari Paesi europei ci permettono di avere una precisa mappatura degli spostamenti. Adesso si trova nel Salisburghese. Si tratta di una specie molto rara. In questo periodo – conclude – la Riserva sta monitorando con attenzione anche le nidificazioni dei grifoni: abbiamo constatato che l’area si sta progressivamente allargando in direzione delle Alpi Carniche e Giulie».