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S.VITO AL TAGLIAMENTO: venerdì COPENAGHEN con ORSINI-POPOLIZIO-LOJODICE 21 dic. 2018
"COPENAGHEN" di Michael Frayn con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e con Giuliana Lojodice regia Mauro Avogadro

S.VITO AL TAGLIAMENTO: venerdì COPENAGHEN con ORSINI-POPOLIZIO-LOJODICE 21 dic. 2018

Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana
Lojodice sono i tre attori che chiuderanno il 2018 di SanVitoTeatro, la stagione
promossa da ERT e amministrazione comunale. Venerdì 21 dicembre alle 20.45
l’Auditorium Centro Civico ospiterà l’unica data nel Circuito regionale di Copenaghen,
pièce scritta nel 1998 dal drammaturgo inglese Michael Frayn.
“Perché Werner Heisenberg è venuto a Copenaghen?”. È questa la domanda che si pone
Margrethe Bohr, moglie di Niels, all’inizio dello spettacolo. E a questa domanda lo
spettacolo cerca di dare una risposta.
I fatti: nel 1941 il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una
Danimarca occupata dai nazisti. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti
opposti, probabilmente vicini a un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i
due scienziati ebbero una conversazione nel giardino della casa di Bohr, il soggetto di
quella conversazione ancora oggi resta un mistero e per risolverlo la Storia ha avanzato
svariate ipotesi. Essendo Heisenberg a capo del programma nucleare militare tedesco
voleva, in nome della vecchia amicizia, offrire a Bohr, che era per metà ebreo, l’appoggio
politico della Gestapo in cambio di qualche segreto? O, al contrario, essendo mosso da
scrupoli morali, tentava di rallentare il programma tedesco fornendo a Bohr, che era
schierato con gli alleati, informazioni sull’applicazione dei fondamenti teorici della fissione?
Su questi presupposti l’autore dà vita ad un appassionante groviglio in cui i piani temporali
si sovrappongono, dando un valore universale alle questioni poste dai protagonisti.
Le diverse ipotesi fatte all’epoca vengono enunciate una dopo l’altra e quindi vengono
messi in scena diversi incontri tra i due fisici, con diversi andamenti.
Come struttura portante dell’impianto drammaturgico, quindi, la drammaturgia riprende
quel Principio di Indeterminazione e di Complementarietà pronunciati molte volte nella
pièce e così determinanti per l’elaborazione della teoria della relatività ad opera di Einstein.
Non è possibile una sola verità oppure una sintesi efficace delle diverse verità perché una
verità è semplicemente un punto di vista, il punto di vista di chi l’ha enunciata.                                                              Tutto è umano niente è assoluto.

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