In apertura, il trio Irie -parola che in slang giamaicano significa sensazione di benessere, positività-, con Emanuele Filippi al piano, Roberto Amadeo al contrabbasso e Marco D’Orlando alla batteria, tre giovani e brillanti musicisti friulani che presentano loro composizioni originali ispirate alle sonorità del jazz contemporaneo e alle avanguardie europee e d’oltreoceano.
A seguire, i Correspondances, dal titolo di una poesia di Baudelaire, con il loro originale repertorio: versi in canto accompagnati da melodie scritte dal compositore e pianista Francesco De Luisa, sul palco con il contrabbassista Simone Serafini, il batterista Marco D’Orlando e la cantante Francesca Viaro, voce calda ed espressiva ospite speciale della giovane band. I
Correspondances esplorano imprevedibili “corrispondenze” tra parole e musica, portano il suono verso sentieri inesplorati e offrono inedite e fresche riletture della poesia in lingua originale di Sanguineti, Zanzotto, Hemingway, Borges, Yeats, Pascoli, Tasso, Ginsberg, Wordsworth, Joyce e Baudelaire, ispirandosi a lavori simili in ambito jazz, come “Home” di Steve Swallow o “Leaves of Grass” di Fred Hersch.
Chiude la ricca serata musicale, il trio The fool fall far che propone la sua sperimentale miscela di linguaggi e sonorità tradizionali e d’avanguardia, per un risultato finale che sa di jazz ma soprattutto di contaminazione. I tre protagonisti sono Alberto Milani alla chitarra elettrica e basso, Gianpaolo Rinaldi al Fender Rhodes e synth e Giorgio Murer alla batteria. Passando attraverso rivisitazioni di Shorter, Coltrane, Davis, Henderson e altri grandi fiatisti, nel loro percorso artistico i tre musicisti arrivano a una dimensione più intimista e personale, che intreccia diversi mondi sonori e influenze, dal jazz contemporaneo newyorkese alle sonorità evocative, malinconiche e psichedeliche tipiche del trip-hop e della tradizione musicale nordeuropea. Le loro più recenti composizioni sono quasi evocazioni generazionali, attraversano i Nirvana, i Massive Attack, i Radiohead e riprendono le sonorità di Davis, in un sincretismo stilistico che fa convivere improvvisazione e raffinata ricerca sonora.