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Visto censura. Lettere di prigionieri politici in Italia (1975-1986)”  Presentazione con i curatori – Libreria Moderna, Udine – Lunedì 23 aprile

Visto censura. Lettere di prigionieri politici in Italia (1975-1986)” Presentazione con i curatori – Libreria Moderna, Udine – Lunedì 23 aprile

Lunedì 23 aprile, ore 18.00
Libreria Moderna
via Cavour 13, Udine

Matteo Pioppi, curatore della raccolta di lettere, e Lorenzo De Sabbata, autore del saggio introduttivo Mordi e fuggi. Breve storia della lotta armata in Italia, dialogano con la scrittrice Elena Commessatti.

Visto censura. Lettere di prigionieri politici in Italia (1975-1986), raccoglie la corrispondenza inedita di prigionieri politici, in prevalenza aderenti alle Brigate Rosse.
Sette documenti e 79 lettere da una molteplicità di voci, ritrovate grazie al contributo di Vincenzo Solli e di Loris Tonino Paroli, alcune delle quali testimoniano di più di vent’anni di reclusione.
Pensato come uno strumento di pensiero critico, ma anche e soprattutto come un libro sul carcere, sugli “speciali” (Asinara, Palmi e Voghera) e sulle condizioni detentive di quel momento storico, Visto censura si pone l’obiettivo di analizzare un periodo che si è spesso voluto semplificare, trascurando le sfumature e procedendo a tentoni tra dietrologia e gossip giornalistico.

La complessità storica, le norme giuridiche e la condizione del corpo delle donne in carcere racchiusa nelle lettere richiedevano di essere approfondite. Per questo il libro è introdotto da tre saggi concepiti come necessario strumento di lettura. Lorenzo De Sabbata (dottorando presso il Centre de Recherche Historique de l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi) si è occupato di una contestualizzazione storica del fenomeno della lotta armata. Simone Santorso (docente di Criminologia presso l’Università di Hull, UK) ha descritto l’evoluzione del sistema carcerario con un focus sulle carceri speciali. Giulia Fabini (dottore di ricerca in Law and Society presso l’Università degli Studi di Milano e collaboratrice in Criminologia presso l’Università di Bologna) ha esplorato la sfaccettata e finora poco indagata questione del corpo della donna detenuta.

Il lavoro di ricerca è stato curato dalla redazione di Bébert Edizioni: dalla lettura delle lettere provenienti da fondi privati, passando per la riscrittura, fino alla catalogazione e al riordino all’interno delle quattro sezioni di questo volume: Affettività, Carcere, Politica e Documenti, anche questi ultimi inediti.
Per facilitare la lettura, il libro è infine corredato di un piccolo Glossario contenente le principali organizzazioni politiche, il lessico giuridico e carcerario presenti nel testo.

Continuiamo faticosamente a lottare per non cadere nella trappola della noia e dello squallore contemporaneo, nel vittimismo, per mantenere una dimensione gioiosa, rabbiosa, vitale che è la sola vera espressione di noi, delle tensioni e dei desideri che abbiamo nel profondo.

Il nostro tentativo è quello di dare voce alla complessità e alle contraddizioni di un’esperienza storica, creando un archivio di narrazioni e documenti che ne svelano la dimensione personale e umana. Per questo abbiamo scelto che a parlare fossero direttamente i protagonisti, che attraversano scioperi della fame, rivolte, riflessioni politiche, rapporti affettivi dentro e fuori dal carcere.

Questo libro è nato anche grazie alla collaborazione con Vincenzo Solli, animatore della rivista Soffione Bora (Lu) Cifero che, tra gli anni ’70 e ’80, raccoglieva componimenti dei detenuti. Senza la sua corrispondenza ostinata con i reclusi, tra i quali Loris Tonino Paroli, Visto censura non sarebbe stato possibile.

Mi sono chiesto: come mai oggi molti compagni/e (me compreso) stanno esprimendo ciò che provano rispetto alla vita che conducono, ripensano più intensamente al loro passato, le loro sensazioni quotidiane, esprimono attenzione per quelle che appaiono come “piccole” cose della vita? In poche parole: stiamo parlando molto più di noi stessi e di conseguenza tra noi e gli altri. (…) Tutto ciò non è casuale e io credo che tra gli svariati motivi e tutti importanti, ci sia la necessità e la voglia di comunicare altro/fuori il linguaggio della politica.

 

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Il discorso è composto da idee, parole, fatti ed esperienze con il fine di in-formare coscienze libere e responsabili. Le cose sono invisibili senza la luce, le parole sono vuote senza un discorso.

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