I giovani e le loro paure: 11 studenti della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Udine, hanno intervistato 95 giovani su questo tema. È emerso uno spaccato del loro mondo, delle loro emozioni e del loro sguardo verso il futuro. L’inchiesta “Rischi lontani/paure vicine” è sorprendente per il metodo, innanzitutto: si chiama a valanga (o a palla di neve), con giovani che intervistano altri giovani. Non un metodo statistico su tutta la popolazione giovanile, ma una fedele riproduzione di qualità del fenomeno, con informazioni che verrebbero scartate da una ricerca meramente quantitativa. Le interviste fatte da giovani a giovani utilizzano i mezzi e i linguaggi che rappresentano ormai la loro chiave comunicativa, assicurando così anche una maggiore naturalezza, fiducia ed onestà nel rapporto intervistato-intervistatore. L’iniziativa è promossa dal Laboratorio di Sociologia del Dipartimento di Lingue e Letterature, Formazione e Società (DILL), che ha già collaborato a progetti di ricerca nazionali e internazionali sul mondo giovanile, sulle dipendenze e la sessualità. Il gruppo di lavoro è stato coordinato da Valentina Bernardinis, studentessa magistrale, sempre per garantire un coinvolgimento e una motivazione con occhi da giovane, sotto la guida scientifica del professor Nicola Strizzolo, coordinatore del Laboratorio. Un progetto che vede come partner la XII edizione del festival vicino/lontano di Udine, in programma dal 5 all’8 maggio. I risultati, analizzati e interpretati dagli stessi intervistatori, verranno presentati al pubblico e alla stampa lunedì 2 maggio, alle 16, presso la sede di Scienze della Formazione dell’Università di Udine, nell’aula 2 in via Margreth 3, nell’ambito del programma di vicino/lontano 2016.
A poche ore dalla giornata che il mondo dedica al lavoro, domenica primo maggio 2016, c’è già una importante anticipazione dell’Inchiesta: la paura più diffusa fra i giovani è legata proprio al lavoro, che svetta per 4 ragazzi su 10, esattamente il 41,2% degli intervistati. Non solo come preoccupazione di trovare un’occupazione, quindi per mero senso di responsabilità: fra i ragazzi emerge anche il desiderio di trovare un lavoro che li realizzi, che li renda felici, che li emancipi e li renda indipendenti, in grado di poter far famiglia. Ma anche di trovare un lavoro che non li porti lontano da chi amano e che non li faccia rimanere da soli.
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