Sono i primi anni Settanta, la scuola è finita lasciando spazio alle lunghissime vacanze estive che si aprivano davanti ai bambini e ai ragazzi di quelle generazioni. È una giornata afosa, come tante altre, e nel cuore di Còrmons un gruppo di amici alle soglie dell’adolescenza sta vivendo “una di quelle fantastiche giornate, dove non avevamo da fare proprio un bel niente”.
Si apre sui passatempi oziosi di quell’estate di passaggio dei protagonisti,dall’infanzia alla prima adolescenza, il romanzo “Un giorno da inventare”, opera prima di Giorgio Felcaro, cormonese classe 1961, una vita tra scrivania, numeri e computi e la passione mai sopita per lo sport. Un uomo che ancora si porta dentro il forte ricordo di quel Friuli in bianco e nero della sua giovinezza. “Un giorno da inventare” racconta la decisione, che si rivelerà in qualche modo ‘epica’, di questo gruppo di amici di intraprendere un viaggio in bicicletta per raggiungere il paese di montagna in cui vive la nonna di uno di loro. Il cammino si rivela pieno di intoppi, più lungo e difficile del previsto, e mette a dura prova la resistenza dei ragazzi e la coesione della compagnia. Stremati e in ritardo sulla tabella di marcia, quando manca ormai solo un’ultima salita, gli eroici ciclisti sono costretti a ritornare sui loro passi senza aver raggiunto la meta. Ma il viaggio si conclude all’insegna della fierezza per i tanti chilometri percorsi: i ragazzi sono più uniti, più adulti, felici di aver condiviso un’esperienza di cui si ricorderanno per sempre. Dopo il successo della prima presentazione nella città dell’autore, “Un giorno da inventare” si presenta adesso a Trieste: appuntamento a ingresso libero sabato 25 maggio all’Antico Caffè San Marco. Presenti l’autore Giorgio Felcaro, l’editrice Manuela Galassi, la scrittrice e saggista Tatjana Rojc e la poetessa e scrittrice Lucia Gazzino. Le letture di alcuni stralci del libro saranno affidate all’attore Claudio Moretti. A condurre l’incontro il giornalista Walter Tomada. Giorgio Felcaro è approdato a cinquant’anni nella fucina di scrittura creativa della poetessa e scrittrice friulana Lucia Gazzino e si scopre anche lui scrittore. Ne nasce “Un giorno da inventare”, il suo primo libro, basato su una storia vera. Un intenso romanzo di formazione, che ha subito trovato attenzione nell’editore Alberto Cristofori – impegnato da molti anni nell’editoria, traduttore e autore di manuali scolastici e testi narrativi in cui ha raccontato ai ragazzi grandi classici – e in Manuela Galassi che alcuni anni fa hanno fondato a Milano la casa editrice Albe Edizioni. “Ma dov’è che vive tua nonna?” “Mia nonna? A Tramonti di mezzo, dov’è nato mio padre”. “Tramonti di mezzo? E dov’è che si trova ’sto posto?” “È un bel paesetto, ci passo le vacanze da quando sono nato, devi passare oltre Spilimbergo e a Sequals giri a sinistra e sali per un po’ di chilometri, non è poi molto distante da qui”. “Sequals? E che razza di nome è questo, non ne ho mai sentito parlare”. “Sequals, bell’ignorantone, è il paese natale di Primo Carnera, forse ti dice qualcosa?”. “Certo che mi dice qualcosa. Vuoi che non sappia chi era il peso massimo più famoso d’Italia?” Il suono di quei nomi aveva stuzzicato la curiosità di tutti: chissà dove si trovavano quei posti…