I cento anni di vita della grande “maestra di matematica” Emma Castelnuovo (1913-2014), figlia del matematico Guido Castelnuovo e nipote del matematico Federigo Enriques, sono mirabilmente narrati nel volume Emma Castelnuovo ( L’Asino d’Oro, Roma 2016) di Carla Degli Esposti e Nicoletta Lanciano, che hanno con Emma, come viene chiamata in tutto il libro, studiato, discusso, creato. Con la sua scomparsa, i libri e i documenti della sua biblioteca sono stati lasciati all’Istituto di Istruzione Superiore “Darwin” in via Tuscolana 388 a Roma, dove avrà luogo l’evento “Apriamo la Biblioteca di Emma Castelnuovo” i giorni 27 febbraio, 27 marzo, 15 maggio 2018. La matematica pensata e proposta da Emma Castelnuovo, e soprattutto da lei vissuta intensamente e seminata in tutta Italia ed all’estero, si nutre di dinamismo, di metamorfosi, di figure ed oggetti che si costruiscono e si trasformano nelle mani come nel pensiero. E’ matematica viva, che non si riconosce nella staticità di definizioni o formule proposte fin dall’inizio al di fuori o al di sopra dei problemi reali da cui sono nate. Non è la matematica delle istruzioni impartite ma della capacità curiosa di porsi delle domande e di darsi poi possibili risposte, rigorosamente discusse, creando così le molte vie da potersi percorrere per affrontare il medesimo problema. Gli studenti sono chiamati a scrivere e a raccontare, anche al mondo adulto – a volte composto da persone totalmente digiune se non “ostili” alla matematica – i loro risultati, stimolando l’uditorio, mostrando i materiali, condividendo i loro percorsi, facendo divenire la matematica un mondo comune da poter esplorare assieme. Emma Castelnuovo è stata capace di rendere un semplice spago, che mai mancava nelle sue lezioni magistrali, il protagonista di un teatro di figure che costruiva con le proprie agili mani, facendo comprendere come variano forme ed aree, come si risolvono problemi di massimo, cosa significa esaminare situazioni limite. Con lo studio delle ombre ha proposto in modo semplice affinità e proiettività, mostrando come le ellissi siano quotidianamente davanti ai nostri occhi, che sono solo non allenati a vederle negli oggetti circolari della vita normale, un piatto, una pentola. Ha utilizzato la carta piegata, i dadi, materiali di recupero e ogni altra diavoleria per arrivare a rendere accessibili a tutti anche concetti complessi. Non è perciò casuale la scelta di intitolare uno dei suoi libri più famosi, pubblicato la prima volta nel 1993, Pentole, ombre, formiche: un nome per uno stile di matematica, rivolta anche alle opere d’arte, alla storia, ai volti concreti delle persone che l’hanno fatta. Questa matematica vuole essere principalmente una matematica libera, democratica, per tutti, ed è la vita stessa di Emma Castelnuovo il germe di questo risultato: aver vissuto il fascismo e aver subito con la sua numerosa famiglia ebrea le leggi razziali del 1938 l’hanno resa fermamente convinta dei valori democratici, dell’importanza del pensiero critico, della libera espressione delle proprie idee, della discussione senza pregiudizi, della condivisione dei saperi, della solidarietà. La scuola, e la matematica in particolare, devono essere per tutti, al di là di ogni appartenenza, censo, età. Nel suo pensiero e nella sua pratica l’uso a volte selettivo della matematica deve scomparire, ognuno deve essere messo nelle condizioni di partecipare dei suoi metodi, dei suoi risultati e della sua bellezza. Il Volume Emma Castelnuovo conduce il lettore attraverso le fasi di questa lunga vita piena di esperienze: quattordici brevi capitoli, tutti ugualmente ricchi di informazioni, insegnamenti, stimoli. A parlare sono i suoi vecchi allievi, come Walter Veltroni che inizia il suo discorso in onore di Emma con “Sono stato allievo di Emma Castelnuovo e per questo sono diventato sindaco di Roma”, o Paolo Mieli, o Ignazio Visco, ma sono anche le voci di studenti e insegnanti conosciuti in tutto il mondo e quelle dei matematici che sono stati per lei punti di riferimento nel lavoro e nella vita. Il testo si conclude con una splendida citazione che Fabio Della Seta, studente della scuola ebraica all’epoca della leggi razziali, scrive nel suo libro L’incendio sul Tevere : “La signorina Emma, matematica e fisica, una sorta di maschiaccio indisciplinato, sempre pronta a sobillare i ragazzi perché non fossero troppo rispettosi delle autorità superiori… era giovanissima, ma si vedeva che sarebbe rimasta sempre la stessa, né vecchia né giovane, eternamente sospesa sulla storia del mondo come un’ipotesi matematica”.
Dove si incarnano ora il pensiero e l’opera di Emma Castelnuovo?
Alcuni link utili: www.emmametodo.com , www.matematicandoinsieme.wordpress.com di Maria Cristina Sbarbati , www.cencicasalab.it con L’officina matematica di Emma Castelnuovo (anche titolo di un suo volume), www.mce-fimem.it .
L’immagine è una fotografia dal libro E. Castelnuovo e M. Barra, Matematica nella realtà, Boringhieri, Torino 1977.
Daniella Pez