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Progetto LEO 4 SERBIA: LA “O” DI OPPORTUNITY

Per fare grandi cose non occorre essere grandi, ma basta avere un grande cuore.

Probabilmente questa consapevolezza era presente nelle menti dei giovani membri del Leo Club Udine quando, qualche mese fa, decisero di non voltare la testa alle richieste di aiuto dei loro coetanei Serbi; anzi, scelsero addirittura di rimboccarsi le maniche e di impegnarsi in prima persona per fornire sostegno. LEO 4 SERBIA è nato proprio così: da una tenacia e una spregiudicatezza che forse solo dei ventenni possono ancora avere.

Il tutto infatti è gestito interamente da ragazzi Italiani e Serbi fra i 20 e i 25 anni ed è arrivato in due mesi a coinvolgere l’Ambasciata italiana a Belgrado, il Consolato Generale Serbo a Trieste, l’ufficio relazioni internazionali della Presidenza della Regione e 4 Comuni.

Il progetto consiste in una raccolta di fondi per contribuire a risollevare le sorti del remoto villaggio di Rebelj, presso la cittadina di Valjevo, che durante le grandi piogge dello scorso maggio è stato distrutto quasi interamente dallo smottamento di un fianco dell’altura su cui è situato, evento che ha trascinato le case e gli orti di diverse decine di metri verso valle distruggendole o rendendole inagibili. Rebelj si trova sulla riva sinistra del fiume Jablanica, un villaggio di montagna che ha condotto la propria esistenza fino ad oggi in maniera decisamente atipica: da sempre il villaggio di Rebelj sopravvive infatti solo grazie alla sussistenza.

 

una casa collassata su se stessa dopo che il terreno è franato  portandosi una parte del villaggio più a valle di diversi metri

una casa collassata su se stessa dopo che il terreno è franato
portandosi una parte del villaggio più a valle di diversi metri

Snodo di non poco conto è posto il problema di come ottimizzare l’intervento e come meglio investire le risorse ricavate. A tale fine, dal 18 al 21 di Luglio, un gruppo di 7 soci Leo dai 21 ai 25 anni rappresentanti dei Club di Udine, Sacile, San Daniele del Friuli e Castelfranco Veneto si è recato presso ciò che resta della piccola comunità. Con l’assistenza di alcune istituzioni locali hanno potuto constatare le disperate condizioni nelle quali versa la realtà del villaggio ed essere informati in merito alle più impellenti necessità della comunità alle quali si spera di sopperire in parte mediante quest’iniziativa. Sementi, strumenti per l’agricoltura di semplice utilizzo, una motozappa, capi di bestiame o un trattore sono i beni verso cui più si è orientati ad impiegare il denaro raccolto, affinchè l’aiuto possa tradursi nel lungo periodo in un investimento nel futuro della comunità per il bene dei tanti che non dispongono dei mezzi per abbandonare Rebelj e che tuttora stipano quattordici nuclei familiari in tre sole case a malapena adeguate ad ospitare una sola famiglia.

In questo momento ci si trova nel vivo della preparazione di alcune serate di raccolta fondi, le quali si sono tenute o si terranno a San Daniele del Friuli (UD) il 29/9 (con relativa mostra fotografica al Museo del Territorio dal 22/9 al 7/10), a Sacile (PN) il 14/10 (con mostra fotografica in Palazzo Ragazzoni dal 12/10 al 14/10), Portogruaro (VE) il 22/10 (con mostra fotografica in Agricola Mazzolada dal 22/10 al 29/10), con l’evento principale da tenersi a Udine al Teatro Palamostre la sera del 18 di settembre. Alla serata parteciperanno, intervenendo in vari modi, ospiti del calibro dell’attore e testimonial del progetto Lazar Ristovski.

Certo una domanda sorge spontanea: perchè la Serbia e non l’Italia?

Non serve uscire dal nostro Paese per scoprire delle situazioni al limite, dal ghetto di Scampìa alle zone terremotate nell’aquilano c’è spazio e necessità per l’azione” – afferma il Segretario Zamparelli, responsabile del progetto – “ Il motivo per cui ho scelto di proporre questo progetto ad altri soci Leo che l’hanno accolto e fatto crescere è molto semplice: ci si è presentata l’opportunità di farlo. La O di Leo significa “Opportunity” non a caso, l’occasione di un piccolo gesto per fare qualcosa di grande non può non essere colta da chi la pensa come noi, anche se si tratta di una situazione ben al di fuori della nostra comunità cittadina, nazionale e addirittura europea.”

una vecchietta di nome Mako, 93 anni, vive ai margini di  Rebelj in una capanna con muri fatti di fango pressato

una vecchietta di nome Mako, 93 anni, vive ai margini di
Rebelj in una capanna con muri fatti di fango pressato

Si sente spesso dire che i giovani sono il futuro; se davvero l’avvenire sarà connotato dalla grinta, dalla determinazione e dalla lungimiranza di questi giovani, possiamo certamente dormire sonni tranquilli.

Giulia P.

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