Le anime pezzenti sono quelle accolte e adottate nei sotterranei della chiesa del Purgatorio ad Arco, nel cuore di «quella che è
una pazzia prima ancora d’essere una città». Troppo povere
e dimenticate per meritare una sepoltura. Lì, ad accarezzare i suoi teschi, va Miranda, già bellissima attrice dal talento pari solo all’infelicità, oggi corpo sfatto che, assediato dagli incubi, cade ogni notte dal suo grande letto-altare. Invasa dalle voci dei defunti, uomini e donne celebri che, grazie a lei, tornano a esistere, Miranda è tutto – madre amorosa, strega irascibile, infermiera, suora di carità, sciantosa extralarge, adescatrice di fanciulle, truccatrice
di cadaveri, ex soubrette barbona che esibisce le sue miserie
in tivù – ma aspira al niente. Due uomini sulle sue tracce: Nunzio, ex pugile che con Miranda aveva vissuto una notte d’amore a Capri; e Presunto, ladro di anime specializzato in Soggetti Particolarmente Scabrosi da raccontare sul rotocalco “Banana Spider”, che finirà per scoprire l’abisso che le divora il cuore.
Misteri insondabili che tolgono il fiato percorrono Anime pezzenti, il travolgente romanzo-reportage nel quale Giancarlo Dotto trasfigura il mondo condannato a dare spettacolo di sé – le anime fatue del cinema e della tivù – in una Babilonia di splendori, segreti, oscenità e bassezze. Al centro, l’indimenticabile ritratto di una donna che persegue la dissipazione di sé, del proprio corpo,
della propria grandezza, senza perdere tuttavia – ed è forse la cosa più straziante – la scintilla che arde nel buio della sua anima eroica e pezzente.