Fresca di stampa, una riflessione sul golpe come tecnica di lotta politica:
dal ruolo dell’informazione ai riflessi nel diritto internazionale
Il punto di partenza è la congiura di Catilina, quello di arrivo le recenti Primavere arabe. L’obiettivo, dimostrare come la tecnica mediatica utilizzata sia sempre la stessa. Questo è soltanto uno degli interessanti aspetti analizzati nel volume “Il colpo di stato”, scritto dal professore di diritto associato Gian Luigi Cecchini e dal giornalista Rai Giuseppe Liani e pubblicato dalla Amon edizioni di Padova, che sarà presentato, – fresco di stampa – per la prima volta a Udine, alla presenza del sindaco Furio Honsell, martedì 1° ottobre alle 18 nella sala Ajace di palazzo D’Aronco, in piazza Libertà.
Il volume di è diviso in due parti: la prima dedicata al ruolo dell’informazione e della comunicazione nella preparazione di un golpe; la seconda è riservata agli aspetti giusinternazionalistici del colpo di stato. Dalla congiura di Catilina al golpe cileno del 1973, per passare poi all’analisi delle varie Rivoluzioni colorate e delle recenti Primavere arabe: l’ambizione è quella di sottolineare gli aspetti comuni di eventi che, a ben guardare, poco hanno di popolare e spontaneo. Si tratta, per gli autori, di colpi di stato mascherati. In questo caso risulta evidente l’opera di disinformazione e la conseguente manipolazione dell’opinione pubblica. Infine, si analizza il ruolo della agenzie di rating che, con i loro giudizi – per gli autori vere e proprie azioni eversive –, condizionano pesantemente la vita di milioni di persone.
La seconda parte del libro è dedicata ai riflessi del colpo stato, specie nel diritto internazionale, settore in cui il tema vede annodarsi questioni strategiche, scelte politiche e i diritti umani. Insomma, il colpo di stato si può condividere, ma i limiti entro cui deve muoversi l’azione suggeriscono cautela e circospezione: la cosa deve essere attentamente studiata, preparata nella consapevolezza delle conseguenze cui si potrebbe incorrere e questo rende, ancora più necessario che in altri casi, soppesare attentamente i pro e i contro. D’altronde, il giudizio sulla serietà e bontà dell’azione è sempre ex post e nel “dopo”, opportunamente, costruito e spurgato dei “se” e dei “ma”, può diventare lecito ciò che all’apparenza o, ab origine, poteva sembrare non essere tale.
Gli autori vogliono mettere in evidenza come il colpo di stato sia una tecnica, non sempre cruenta, della lotta politica che merita d’essere analizzata evitando pregiudizi o considerazioni di circostanza. Il punto di partenza deve essere sempre quello di individuare la vera posta in gioco: gli interessi concreti, materiali che i golpisti intendono difendere e tutelare a scapito della collettività. Insomma, il colpo di stato non è un incidente di percorso, ma risponde a precise logiche di potere e il ferreo controllo dei mezzi di comunicazione è la prima condizione per il successo di questa tecnica di lotta politica.
GLI AUTORI
Giuseppe Liani è giornalista della sede RAI del Friuli-Venezia Giulia, redazione di Udine. Laureato in Filosofia e Scienze politiche all’Università di Trieste, vi ha tenuto – come cultore della materia – seminari sulla formazione dello Stato moderno nell’ambito dell’insegnamento di Filosofia del diritto e, come professore a contratto, corsi sulla Tecnica e teoria delle comunicazioni di massa. Ha organizzato ed è stato relatore in conferenze sul rapporto tra guerra ed informazione.
Gian Luigi Cecchini è professore associato di diritto internazionale e dell’Unione europea nell’Università degli Studi di Trieste e nella Scuola Superiore di Mediazione Linguistica (CIELS-Padova). Ha partecipato a gruppi di ricerca internazionali (REDUPRE, Europeaid), è stato relatore a Conferenze nazionali e internazionali (Novi Sad, Banja Luka), ha svolto attività internazionale di docenza presso ECPD-Università della pace ONU (Kosovo). È autore di vari articoli, saggi – alcuni dei quali dedicati al tema della tolleranza, della natura del diritto internazionale, del terrorismo – e di monografie, tra le quali si segnalano, per rimanere al tema in oggetto, Pace e guerra nel diritto delle relazioni internazionali, Angeli, Milano, 2000.