Certamente tra le novità discografiche di questo pieno autunno dovrebbe essere per la realtà che ci circonda l’uscita del primo CD di Calvi Marnit , in arte Marnit, giovane cantautrice nativa triestina che dopo un paio di anni di partecipazione – con buoni piazzamenti – nei maggiori festival di musica d’autore come Il festival di Biella, Il Sergio Endrigo memorial, Il Donida e il festival Lauzi, si presenta sul mercato discografico. Il disco nasce sotto i migliori auspici e con la collaborazione di preziosi collaboratori ed esponenti della musica friulana: Basti pensare che la cantentante è accompagnata alla chitarra dal cantautore pordenonense Marco Anzovino, che si è avvalso del sempre più emergente fratello alle tastiere Remo Anzovino
e alla base ritmica del batterista Federico Piccin. L’inarestabile musica di Remo Anzovino anche autore di alcuni brani del disco e la sofisticata chitarra di Marco eplodono nella sonorità dei brani al ritmo della batteria di Federico Piccin. Dal disco sembra uscire la dolce e raffinata voce di Marnit con brani come Favole che tra l’altro è anche colonna sonora del film Lost in Devil’s Country in uscita per fine anno del registra Matteo Corazza. Gli arrangiamenti sonori e le basi musicali del disco sono curate da fonico Luca Lenardi. Il produttore del CD è lo stesso Marco Anzovino che ha sposato in pieno l’idea di valorizzare sia le interpretazioni di Marnit che la qualità della musica che si avvale anche di attestazioni raggiunte dalla giovane cantante nei festival a cui a partecipato e in cui è sempre giunta alla fase finale. Il nome del disco è semplicemente Marnit, che è il nome di battesimo della cantante apprezzata e sostenuta dal cantante ligure Bruno Lauzi suo grande estimatore. L’album tra l’altro vanta già un premio al Moret d’Aur 2011 e si adatta moltissimo ad essere usato per colonne musicali in ambito cinematografico. Non per nulla come già accennato il brano Favole, è già inserito un un film. Un buon lavoro che merita di essere conosciuto e apprezzato non solo dal pubblico friulano ma ci si augura dall’intero palcoscenico nazionale.
Enrico Liotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA