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A breve il primo film ispirato dalla pandemia del coronavirus SARS-CoV-2: Corona Zombies

A breve il primo film ispirato dalla pandemia del coronavirus SARS-CoV-2: Corona Zombies

corona zombies

Una pellicola trash che vorrebbe sdrammatizzare la difficile situazione venutasi a creare con il diffondersi dell’epidemia

La pellicola è stata prodotta a tempo di record dalla Full Moon Features, casa di produzione cinematografica californiana specializzata nella realizzazione di film a basso budget. Per il momento sarà disponibile solo on demand, a partire dal 10 di aprile, sul canale e sulla app della Full Moon Features.

La casa di produzione sul suo sito dichiara che si tratta di una “rappresentazione irriverente, assurda, satirica e gory di un virus che sfugge a ogni controllo, trasformando le sue vittime in raccapriccianti, contagiosi e cannibali Corona Zombies”.

Si tratta insomma di un B-movie dichiarato, probabilmente destinato a non rimanere scolpito nella storia del cinema.

Al momento non si può dire molto su questo film, di cui a oggi è uscito solo il trailer, nel quale una giovane donna, cercando una confezione di rotoli di carta igienica in uno scaffale, viene aggredita da uno zombie ringhiante che indossa anche una mascherina chirurgica sbrindellata.

Corona Zombies: tra libertà di espressione e scelte di cattivo gusto

La Full Moon Features ha utilizzato quindi degli elementi che a livello mediatico sono stati ampiamente associati all’epidemia del coronavirus SARS-CoV-2. Oltre al nome stesso del film, Corona Zombies, c’è la carta igienica, sulla cui ricerca parossistica da parte della gente in panico è stata fatta molta satira in rete, e la mascherina protettiva, diventata ormai un simbolo delle popolazioni in ostaggio del virus. Sul manifesto del trailer è inoltre presente anche un sapone igienizzante dal nome improbabile: PureHell.

Facile quindi che grandineranno sulla la casa di produzione le accuse di sciacallaggio, specie se la pandemia del coronavirus reale dovesse degenerare, facendo più danni di quanto ipotizzabile. La storia dell’agente patogeno che trasforma gli uomini in zombie è stata ampiamente utilizzata da innumerevoli pellicole, per cui è probabile che al plot già arcinoto è stato semplicemente aggiunto qualche elemento per attualizzare il solito racconto. Difficile non vedere una scelta opportunistica, che cavalcando la risonanza mediatica del dramma dell’epidemia assicura una visibilità mediatica automatica e gratuita. Speriamo che la visione della pellicola smentisca con i fatti queste supposizioni.

Da un lato il tentativo di fare ironia su una situazione molto pesante è senz’altro lodevole, ma dall’altro forse la casa di produzione avrebbe fatto meglio ad avere il buon senso di aspettare la fine dell’attuale pandemia, prima di distribuire al pubblico la pellicola. Nessuno vuole mettere in discussione la libertà di espressione, ma certe scelte potrebbero rivelarsi essere di cattivo gusto.

Del resto la Full Moon Pictures fa solo da apripista, e probabilmente avrà un folto seguito di produzioni cinematografiche e televisive, che cavalcheranno il dramma dell’attuale pandemia che sta flagellando il mondo reale.

In Italia, Raul Bova ha già dichiarato che sta preparando una serie televisiva, della quale “una prima stagione di sei puntate racconterà storie e personaggi ispirati alla realtà, impegnati sul fronte italiano del Covid 19”.

Ennesima dimostrazione dell’inestricabile intreccio tra cinema e società, tra la il mondo della finzione, rappresentato sugli schermi, e quello reale, nel quale viviamo ogni giorno. Lo stesso coronavirus SARS-CoV-2, che probabilmente ispirerà innumerevoli opere di finzione, attualmente sta danneggiando anche l’industria del cinema, che ha dovuto bloccare la produzione di numerosi film. Senza pensare a tutti le sale cinematografiche attualmente chiuse e al dramma di innumerevoli posti di lavoro al rischio. Non solo nel mondo del cinema, ovviamente.

Speriamo di lasciarci alle spalle questa tragica situazione, per tornare, tra le altre cose, a goderci i film al cinema. Magari qualcosa di più interessante e meno commerciale di Corona Zombie. Ma, si sa, i gusti sono gusti…

Alessandro Marotta

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