Dopo il successo ottenuto nella scorsa estate, ritorna al Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” – grazie alla collaborazione fra il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e il Comune di Trieste – Area Educazione, Università, Ricerca, Cultura e Sport – lo spettacolo A Sarajevo il 28 giugno di Gilberto Forti nato da un’idea dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz. L’iniziativa, in scena dall’1 al 17 aprile, si rivolge in particolare alle scuole – sia quelle della provincia che quelle di quegli istituti che, in visita scolastica alla città, troveranno nel suggestivo allestimento un’attrazione storica e turistica in più – e rimane, naturalmente, aperta in alcune date a tutti gli interessati, che potranno acquistare i biglietti in prevendita a partire da mercoledì 30 marzo nei consueti punti vendita del Teatro Stabile regionale e poi al Museo “De Henriquez” a partire da un’ora prima della recita prescelta. A Sarajevo il 28 giugno conquista il pubblico perché possiede una cifra particolare: prevede che ci si muova fra le sale dell’interessante Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” e fra cimeli, cannoni, carri che sono dei veri e propri “pezzi di storia”… si incontri la Storia. Al centro delle riflessioni è infatti l’attentato di Sarajevo, di cui furono vittime l’Arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia: un gesto crudele che scosse l’Europa, e da cui ebbe origine la Prima guerra mondiale. L’episodio viene raccontato da alcuni testimoni diretti dell’attentato: personaggi dell’epoca che in costume storico attendono il pubblico che si muove fra le sale. All’arrivo degli spettatori, questi testimoni iniziano il loro monologare: sono i bravissimi attori della Compagnia Stabile, Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos. È affascinante dunque la dinamica dello spettacolo: le testimonianze che lo compongono (e tratteggiano l’evento storico dai diversi punti i vista di una donna del popolo, di un militare al servizio dell’Arciduca, di un ingegnere, di una giovane nobile poi emigrata, del medico che in prigione si occupò di Gavrilo Princip, di un prete, di un archivista…) sono recitate dagli attori nelle varie sale del Museo contemporaneamente, e ripetute più volte, in modo che ogni spettatore possa seguire tutte le parti di A Sarajevo il 28 giugno. Quel 28 giugno 1914 due colpi di pistola fecero rullare i tamburi in tutta Europa, e nelle fabbriche si misero all’opera per costruire nuove, impressionanti macchine da guerra. Per un mese, un mese esatto rimasero nascoste, pronte ad entrare in azione e portare via il mondo di ieri, per gettarci nel Moderno. Alcuni compresero quei colpi, altri intuirono qualcosa, altri ancora non si resero conto, non videro le armi nascoste. Il 28 giugno iniziò quel terribile work in progress che il 28 luglio vide il suo primo compimento. Il lavoro di Gilberto Forti e l’intuizione di Paolo Rumiz ci raccontano quel mondo di ieri nel momento in cui inizia la sua svolta finale, attraverso le parole di quelli che, nei tanti paesi, quel mondo e quel momento li avevano vissuti. “Venne dopo molti anni un testimone e poi un altro… Furono ascoltati, e ciascuno offrì la sua versione, con circostanze, nomi, altri dati. Sì, tutti erano testi volontari, giunti da varie parti dell’impero. Benché fossero testi immaginari, pure ognuno di essi era nel vero”. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione fra il Comune di Trieste ed il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. A Sarajevo il 28 giugno di Gilberto Forti nasce da un’idea dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz, la messinscena negli spazi museali è a cura di Giulia Corrocher, la colonna sonora è stata eseguita dalle quattro musiciste del Quartetto Iris e comprende brani di Johann Strauß figlio e Franz Schubert. La compagnia di interpreti – Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos – composta in due gruppi, si alterna nelle diverse recite, ognuna delle quali comprende quattro testimonianze. I ruoli sono così distribuiti: nel primo gruppo, Adriano Braidotti (Ing. Szigeti), Ester Galazzi (Frau Magdalena Gobec), Andrea Germani (Consigliere Aulico), Riccardo Maranzana (Padre Kowalski); nel secondo gruppo Filippo Borghi (Guardiacaccia Czambel), Lara Komar (Archivista Dunkelblatt), Francesco Migliaccio (Dott. Vasič), Maria Grazia Plos (Polyxena Singer). Le recite aperte a tutti sono le serali dell’1, 2, 4, 9 aprile con inizio alle 20.30 e le mattinée di domenica 10 e 17 aprile con inizio alle 11.
Nelle altre giornate (le repliche proseguono fino al 17 aprile) si svolgeranno recite mattutine per le scuole: i docenti interessati possono informarsi scrivendo a [email protected] o al tel. 040-3593537. I biglietti per seguire le serate di Teatro al Museo si possono acquistare in prevendita a soli 7 euro (ridotto a 5 euro per abbonati al Teatro Stabile regionale, Under 26 e Over 65) presso la Biglietteria del Politeama Rossetti e tutti i punti vendita del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: saranno in vendita i posti ancora disponibili anche al Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” a partire dalle ore 19.30 nelle sere di spettacolo e dalle 10 per le mattinée. I possessori di biglietto potranno visitare il museo prima dello spettacolo. Informazioni sul sito www.ilrossetti.it e al numero 040-3593511.