Come il bruco diventa farfalla cosí Ambra Angiolini é diventata un’attrice con la A maiuscola. Ne ha dato ulteriore prova ieri sera al Palamostre di Udine per Contatto 33 con “La misteriosa scomparsa di W” di Stefano Benni. In un monologo di piú di un’ora Ambra interpreta V, una donna alla ricerca della sua parte mancante, il suo doppio W. Cosí attraverso il racconto della sua vita ripercorre sogni, esperienze, sconfitte proprie a donne qualsiasi e a qualsiasi donna.
Ecco V, vestita di bianco in un contesto altrettanto bianco fatto di suoni, musiche, luci al neon, coniglietti e ombre che parla delle sue mancanze e perdite che per uno strano caso iniziano tutte per W: il nonno Wilfredo, il coniglietto Walter, la compagna di scuola Wilma, e da ultlmo il fidanzato Wolmer. Un monologo a volte ridicolo, a volte doloroso, dove V cerca i motivi della sua incompletezza: del resto lei é una donna a metá senza il suo W. Si interroga per arrivare ad una spiegazione plausibile delle sue sconfitte, su temi quali la povertá, la guerra, l’amicizia, e l’amore. Ambra si cala in V, riesce a vivere le emozioni, a farle rivivere e a rimandarle al pubblico. Si muove sulla scena con sicurezza, perfettamente consapevole del suo corpo che gestisce come una macchina perfetta. Ottima la dizione, molto attenta la cura della voce che cambia continuamente registro, passando dal comico al drammatico senza alcuna esitazione. Come detto, essenziale e bella la scenografia, con un continuo gioco di luci e ombre e di neon che scendono dall’alto come gli attrezzi dei funamboli. Suggestiva la scena in cui Ambra/V circondata da coniglietti é “bagnata” da una pioggia di petali rossi che cadono dal cielo, come piccoli frammenti della sua vita che si infrangono senza che lei possa opporre resistenza alcuna.
Maria Teresa Ruotolo