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ARTE, DAL 16 MARZO A PORDENONE LA MOSTRA N.° 455 DELLA GALLERIA SAGITTARIA
DeGottardo

ARTE, DAL 16 MARZO A PORDENONE LA MOSTRA N.° 455 DELLA GALLERIA SAGITTARIA

Cinquanta opere di eccellenza di dieci artisti che, dal nordest, hanno dato un contributo prezioso per tracciare la storia dell’arte del nostro tempo, sono entrate nella collezione della Fondazione Concordia Sette. A otto anni dalla grande mostra che restituiva il meglio della collezione, nel 2011, ecco un nuovo percorso espositivo che permetterà al pubblico di ritrovare alcune fra le maggiori opere di Ugo Canci Magnano, Giovanni Cesca, Genesio De Gottardo, Paolo Figar, Luigi Molinis, Claudio Mrakic, Renzo Tubaro, Giorgio Valvassori, Carmelo Zotti, Luigi Zuccheri. “Dipinti, disegni, sculture. Opere dalla Fondazione Concordia Sette” titola la mostra numero 455 ^ della Galleria Sagittaria di Pordenone, che si inaugura sabato 16 marzo, alle 17.30. Promossa dal Centro Iniziative Culturali Pordenone, curata dal criticoGiancarlo Pauletto, è  organizzata con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e con la collaborazione del Centro Culturale Casa A. Zanussi. Resterà visitabile fino al 12 maggio 2019, dal martedì alla domenica, dalle 16.00 alle 19.00. Ingresso libero. In Galleria sarà acquistabile il libro-catalogo della mostra. Attivabili a richiesta le visite guidate per gruppi. Info CICP tel.0434.553205 www.centroculturapordenone.it

«Le donazioni ricevute negli ultimi anni compongono uno straordinario patrimonio artistico che, dalla Fondazione Concordia Sette, sarà reso accessibile a tutti. Questa mostra ne è testimonianza –  spiega la presidente CICP Maria Francesca Vassallo –. Riprendiamo il testimone dell’evento promosso nel 2011 per dar conto delle nuove acquisizioni, a cominciare da Renzo Tubaro, il maestro udinese cui è stata dedicata poco tempo fa una rassegna antologica, e di cui la famiglia ha voluto donare ben nove dipinti e nove disegni:

Zotti

costituendo così una testimonianza assai rilevante della sua arte, che in questa mostra verrà riproposta al pubblico degli appassionati. Anche i tre dipinti di Paolo Figar sono stati esposti nel corso del 2018, e così due carte di Luigi Zuccheri, riprodotte nella pubblicazione che accompagna la recentissima rassegna Zuccheri & Zuccheri, natura e poesia. Due anni fa avevamo proposto l’importante tecnica mista di Carmelo Zotti che torna in mostra insieme alle opere, donate recentemente, di Genesio De Gottardo, lirico pittore di Maron di Brugnera cui il Centro aveva dedicato una retrospettiva nel 1982. Lo stesso avviene per i quadri di Ugo Canci Magnano, da poco pervenuti alla Fondazione, e per le sculture di Claudio Mrakic, che vanno ad aggiungersi ai quattro straordinari “Evangelisti” da tempo visibili in Via Concordia 7. In mostra anche un’importante opera di Giovanni Cesca, il pittore cui è stata

Mirakic

recentemente dedicata una mostra personale presso l’Abbazia di Sesto al Reghena, nell’ambito del Festival Internazionale di Musica Sacra 2018; recentissima l’acquisizione delle sette serigrafie di Carmelo Zotti, ragguardevole esempio del lavoro di un pittore tra i più importanti del secondo Novecento italiano; così come le sei litografie di Luigi Zuccheri, e le due chine su carta di Luigi Molinis, architetto e designer pordenonese ben conosciuto a livello nazionale; Da poco è arrivato anche il grande Nido di Giorgio Valvassori, artista

Mirakic

goriziano ben conosciuto e in passato presente con un’importante personale alla Galleria Sagittaria».

Contava quasi trecentocinquanta pagine e circa altrettante riproduzioni il volume realizzato nel 2011, dedicato a La Collezione Concordia 7. Arte dalla storia del Centro Culturale Casa Antonio Zanussi Pordenone – spiega il curatore della mostra, Giancarlo Pauletto – La costituzione della Fondazione risale al 2010: un progetto nato per conservare e valorizzare i tanti quadri, sculture, fotografie e opere su carta che fin dagli inizi della Galleria Sagittaria, cioè dal 1966, erano rimasti presso il Centro Iniziative Culturali Pordenone grazie alla generosità degli artisti a mano a mano presentati nelle centinaia di esposizioni organizzate nel corso dei decenni.  Nella mostra che adesso inauguriamo il pubblico troverà innanzitutto sette pitture di Genesio De Gottardo, il pittore di Maron di Brugnera che dedicò grande attenzione agli angoli e ai colori della sua campagna. Due paesaggi liventini sono costruiti attraverso un raffinato, educatissimo tonalismo di pretta scuola veneta. La stessa notevolissima sapienza vive anche nelle nature morte, che De Gottardo accarezzava con pazienza e amore. Di Ugo Canci Magnano, uno dei rappresentanti più forti del realismo friulano del dopoguerra, sono state donate recentemente alla Fondazione una quindicina di opere. Se ne espongono in questa occasione sei che risalgono agli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, tranne un interessante ritratto femminile che appartiene alle origini della sua attività, quindi agli anni della guerra. Poco più di un anno addietro si concludeva, presso questa Galleria, l’ampia esposizione dedicata a Renzo Tubaro, con un catalogo dove venivano riprodotte numerose opere, tra le migliori dell’artista, per la prima volta.

Magnano

Ben diciotto lavori, nove dipinti e nove disegni, furono in quell’occasione donati dalla famiglia alla Fondazione. Sarà così possibile riconsiderare una pittura che, nella sua evidente eccellenza, mostra da un lato tutto l’amore che Tubaro portava alla grande tradizione veneta, dall’altro la sua capacità di trasformare in “visione” – in una quieta, feriale ma intensa “visione” – ogni aspetto del reale. Di Claudio Mrakic, goriziano, i frequentatori abituali della Centro Culturale Zanussi già possono quotidianamente vedere gli imponenti Quattro evangelisti che ha donato alcuni anni addietro, permanentemente esposti nello spazio dedicato alla lettura dei quotidiani. Ne ha donate recentemente ulteriori sette, di tematica varia. Abbiamo scelto di presentare in questa occasione tre figure femminili molto significative della fantasia di questo autore, mentre una quarta scultura riprende il tema tradizionale della Madonna con San Giuseppe e il Bambino, un tema da presepio, realizzato con sorridente, sempre popolaresca, molto accattivante capacità.

Anche Paolo Figar è artista ben noto ormai ai frequentatori della Galleria Sagittaria. Ha presentato qui, giusto un anno fa, un’importante rassegna di pittura: due di quelle opere sono state donate alla Fondazione Concordia Sette e una terza era arrivata  nel 2014: sono i Lottatori di sumo, il Libero pescatore, l’Armatura a Venezia, figure che abitano un tempo mitico. Giovanni Cesca è presente con I fili della sartoria, opera donata in occasione della sua mostra presso l’Abbazia di Sesto al Reghena, nel periodo del Festival Internazionale di Musica Sacra 2018.  Carmelo Zotti è presente nella nuova esposizione con un gruppo di serigrafie e un grande disegno a tecnica mista molto rappresentativi della sua poetica, che si concentra sul tema dei rapporti interumani, e specialmente sul rapporto uomo-donna. Anche per Luigi Molinis si può parlare, in senso lato, di espressionismo:  dell’ architetto e designer, due disegni a china sono stati recentemente donati alla Fondazione. E dalla recentissima esposizione intitolata Zuccheri & Zuccheri, natura e poesia, ecco il dono di due splendidi lavori su carta di Luigi Zuccheri, alla quale i donatori hanno voluto aggiungere anche una copia della bella serie di litografie realizzate dal pittore nell’ultimo anno della sua vita, il 1974, e pubblicate dall’editore Vanni Scheiwiller di Milano. Sono carte sufficienti a presentare l’essenza della poesia di Luigi Zuccheri, legata al rapporto con il mondo naturale come tema essenziale della contemporaneità: uccelli e pesci, campagne e fiumi, api e scorpioni, topi e tartarughe, e assieme e in mezzo a tutto questo piccoli uomini e donne affaccendati negli atti e nei gesti della sopravvivenza quotidiana. Infine l’ultimissima aggiunta, di pochi giorni fa: Giorgio Valvassori, artista goriziano ben noto in area regionale e nazionale, ma spesso presente con sue opere in diversi paesi europei, ha donato alla Fondazione una delle sue opere più significative, il grande Nido del 2009. Alta tre metri e larga due e settanta, è una struttura di legno che incarna una specie di fantasia matematica, concretando in un oggetto allo stesso tempo leggero e forte un’idea classicamente fabbrile dell’invenzione artistica».

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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