Domenica 9 febbraio 2014 inaugura il nuovo dipinto “La decollazione e apoteosi di San Giovanni Battista” sulla volta della nuova parrocchiale di S.Giovanni Battista e S.Valentino di Locara, comune di San Bonifacio (VR), con la messa solenne officiata da Monsignor Lodovico Furian, Vicario generale della diocesi di Vicenza e dal parroco Don Nicola Mattiello, alla presenza delle autorità municipali del comune di San Bonifacio e dei comuni confinanti: Monteforte, Lonigo e Gambellara.
L’opera riprende quella andata perduta di Felice Lovato e del nipote Giuseppe, realizzata in tempera su intonaco nel 1927. Infatti, a seguito dell’introduzione del riscaldamento ad aria soffiata nel 1965, fu alterato il supporto ligneo su cui erano ancorate le arelle e per mettere in sicurezza il soffitto che stava cedendo, dopo tre anni venne demolita la volta e sostituita con semplice intonaco .
La comunità locarese ha sognato di poter rivedere il dipinto per più di mezzo secolo, in particolare, le due generazioni che dal Secondo Dopoguerra hanno goduto di quel dipinto devozionale. Con il Gruppo Raccolte Varie (G.R.V.) i volontari arcolesi hanno accantonato i risparmi di cinque anni di recupero di carta, ferro e vetro, e finalmente nel 2010 hanno potuto sostenere la parrocchia di Locara, che ha incaricato le artiste Anna Elisa Sartori e Antonella Burato di realizzare l’opera ispirata a San Giovanni Battista.
Sembra una tradizione consolidata della comunità di Locara, quella di costruire opere devozionali con – le piccole offerte spontanee portate dai fedeli- (fidelibus stipem sponte conferentibus) così è inciso sulla lapide antistante la sacrestia, che commemora il giorno della consacrazione della nuova chiesa di San Giovanni Battista, avvenuta il 23 luglio 1927. Infatti, sono 25 anni che il Gruppo R.V. si prodiga per la comunità, non solo per devolvere i proventi della raccolta ai missionari, ma anche per i restauri degli altari e dei dipinti della settecentesca chiesa di Locara.
La Curia di Vicenza, con il suo referente per i Beni culturali Monsignor Francesco Gasparini, si è interessata insieme alla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici di Verona al progetto del nuovo dipinto della volta della navata della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista e SanValentino di Locara. I lavori hanno avuto l’autorizzazione da aprile ad ottobre 2011 e sono stati eseguiti con la sovrintendenza del Dott. Luca Fabbri.
Il progetto per la costruzione della volta della chiesa di Locara è dell’Architetto Giuliano Trentin di Alonte (Vicenza), il quale ha provato sul posto i 10 pannelli per comporre perfettamente il guscio ligneo, formati da una centinatura di legno di pioppo curvato dello spessore di 1 centimetro, destinato alla decorazione pittorica, che aderisce ad una ulteriore centinatura di 7 centimetri di spessore in legno lamellare, trattata con impregnanti antitarlo e ancorata alle capriate con tiranti di acciaio inox regolabili.
La straordinaria impresa di dipingere la volta di ben 52,82 mq, è stata resa possibile grazie all’esperienza e alla nota professionalità delle pittrici di Arcole (Verona) Anna Elisa Sartori, Antonella Burato , che hanno dipinto a quattro mani i dieci pannelli della volta, allestiti nel laboratorio di via Fornasa,18 di Arcole, dopo avere saggiato la resistenza dei pigmenti, dei collanti e dell’imprimitura agli sbalzi termici e alla gravità. Il modus operandi delle due artiste è stato scientifico, tanto quanto quello del tecnico strutturista, poiché hanno proceduto, inizialmente ricercando informazioni sul lavoro di Felice Lovato, indagando sul suo stile e sulle sue tecniche pittoriche; successivamente, si sono recate nel paese originario del pittore a Castelnuovo, di Isola Vicentina, il medesimo del capomastro Gerardo Marchioro, che nel 1927 fu l’impresario della nuova chiesa parrocchiale di Locara. Hanno, quindi, ripreso il grisaille, tecnica utilizzata dal pittore Felice Lovato e aiuti, per creare le ombreggiature già nell’abbozzo del disegno; hanno composto in laboratorio i colori da pietre e terre, per dipingere ex novo la tavola della Decollazione e apoteosi di S.Giovanni Battista. Per il soggetto, hanno utilizzato modelli dal vivo che garantiscono la naturalezza delle pose; le tonalità e la trasparenza degli incarnati, sono state rese dall’equilibrata scelta cromatica delle figure, da quelle serafiche e mistiche a quelle mondane vigorose e squillanti; esemplare è la diversa qualità del rosso utilizzato nella scena centrale: dal cadmio, al Pozzuoli, al pompeiano, quest’ultimo esaltato dal cinabro nel fascio luce che inonda l’esecuzione del Battista.
L’iconografia originale, di cui si è ritrovata una foto in bianco/nero, è diventata il soggetto prima del bozzetto e poi dell’opera dipinta su legno, per espressa volontà della committenza. La raffigurazione é divisa in tre parti, quella inferiore cupa e sinistra dai colori infernali, quella superiore destinata all’apoteosi del Battista, quella centrale dove si svolge l’epilogo della vita del santo, con la giovane Salomé trionfante. Il procedimento pittorico è quello tipico del capriccio veneziano, che accosta il motivo della balaustra, sormontata dal palazzo regale, aperto verso l’alto, nella fattispecie l’architettura dell’edificio di Erode che si allunga verso il punto di fuga, corrispondente al santo in ascesi.
Le artiste Sartori e Burato hanno reso la tridimensionalità delle numerose figure non solo con le linee dell’accurato disegno, ma anche con i colori luminosi delle vesti angeliche e degli impegnativi incarnati, vaporizzati dalla rosee velature della lacca di garanza e del giallo magenta oppure con i chiaroscuri del caput mortum per i mortali. Per le figure le artiste hanno ritratto familiari o frequentatori della bottega, come hanno poi scoperto nelle loro ricerche, faceva lo stesso pittore Felice Lovato, affinché i gesti e le espressioni fossero naturali. Parte dei costumi e dei panneggi dei personaggi originali sono stati rivisti dalle pittrici arcolesi, in concordanza con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici di Verona e la Curia di Vicenza, perché ritenuti inesatti e anacronistici come le armature dei soldati erodiani, confusi con quelli imperiali, oppure le vesti di Salomè, rappresentata nel 1927, più da comunicanda che da danzatrice.
Il risultato di tre anni di lavoro è l’opera monumentale La decollazione e apoteosi di San Giovanni Battista, complessivamente di 12 metri di lunghezza e 6 di larghezza, dove le autrici Anna Elisa Sartori e Antonella Burato hanno saputo coniugare mirabilmente esperienza e tradizione, con le qualità proprie della pittura tonale veneta.
Giorgio Rossi il coordinatore del Gruppo R.V., afferma commosso che quando il 16 gennaio 2014 ha visto i pannelli dipinti collocati nella cornice della volta è rimasto senza parole dall’emozione, quel sangue che sgorga dal collo del Battista, quei colori vivi che ancora ricordava da bambino, sono gli stessi dell’immagine aerea che sembrava concretizzare innocenti preghiere.
Ritorna miracolosamente il dipinto andato perduto e questo bene devozionale della comunità è rinato, per donare a tutti l’occasione di ammirarlo ancora
di Anna Maria Ronchin