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GEORGE TATGE ITALIA METAFISICA   PORDENONE GALLERIA HARRY BERTOIA FINO 30 LUGLIO 2017

GEORGE TATGE ITALIA METAFISICA PORDENONE GALLERIA HARRY BERTOIA FINO 30 LUGLIO 2017

Raffigurano segni, simboli e geometrie sacre, ispirate dall’Italia “costruita”, e cioè, dall’opera dell’uomo, le immagini del grande maestro della fotografia in bianco e nero George Tatge raccolte nella grande mostra ‘Italia Metafisica’ che prosegue con successo alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone, dove sarà visitabile fino al prossimo 30 luglio (organizzazione del Comune di Pordenone-Assessorato alla Cultura in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il contributo di Fondazione Friuli, il sostegno di Crédit Agricole Friuladria e Itas Assicurazioni). Tatge propone una serie di 66 fotografie eseguite in tutta l’Italia, sul tema delle tracce dell’operare dell’uomo sul territorio, su ciò che egli genera, produce, talvolta abbandona. Il fotografo italo-americano nato a Istanbul nel 1951 – che ha scelto oltre 40 anni fa, di vivere in Italia – mette al centro di questa mostra, l’Uomo e i suoi interventi sul territorio, con tutti i significati sociali, industriali e religiosi che comportano.
Per approfondire la visione dell’artista ed esplorare il mondo della fotografia internazionale George Tatge sarà protagonista martedì 9 maggio, alle 18.00, dell’incontro pubblico “Passeggiata visiva” con il fotografo Guido Cecere che condurrà il pubblico attraverso il lavoro di alcuni grandi della fotografia mondiale per arrivare al lavoro di Tatge e meglio comprendere il suo lavoro. Questa inedita “Passeggiata visiva” sarà basata su una serie di immagini che accompagneranno le parole per renderle meno astratte e più coinvolgenti. La chiacchierata pertirà dal grande fotografo americano Walker Evans con la proiezione di immagini degli anni Trenta ma ancora oggi incredibilmente attuali e anticipatrici di un nuovo modo di guardare al paesaggio e agli edifici “minori” o alla periferia. Restando in America si passerà poi a Stephen Shore che negli anni 70/80 aggiunge il linguaggio del colore sempre nell’analisi di spazi marginali e urbani. In Italia si farà riferimento a due grandi: Luigi Ghirri, anche lui maestro del colore e di uno sguardo attento a elementi poco trionfali ed eclatanti, ma piuttosto a una poesia umile del quotidiano, e poi al rimpianto Gabriele Basilico, grande Maestro del paesaggio urbano in bianco e nero. A conclusione saranno le immagini di George Tatge ad essere commentate dal vivo dall’autore.
«Per un fotografo come George Tatge, che per più di quarant’anni ha viaggiato in lungo e in largo per l’Italia, interpretandone le bellezze paesaggistiche e artistiche più o meno note, restituire una visione nuova e anticonvenzionale del nostro Paese è stata sicuramente una vera e propria sfida», spiega Guido Cecere nell’introduzione al catalogo della mostra, un volume edito da Contrasto che ha vinto un premio IPA della Lucie Foundation di N.Y. nel 2015 e il Premio Ernest Hemingway 2016 di Lignano Sabbiadoro. «Tatge pratica una Fotografia “classica”, servendosi cioè di un banco ottico e di pellicole piane in bianco e nero, notazione di non secondaria importanza perché questo modus operandi lo costringe (una costrizione cercata) a quella che io definisco una “slow Photography”, cioè una Fotografia calma, riflessiva, meditata, di testa e non di pancia». «Una Fotografia che come filosofia si basa sull’idea di recuperare la magia dello stupore, dello sguardo fresco e curioso “del commesso viaggiatore”, come diceva Italo Calvino, e non soffre della cecità determinata dall’abitudine, dalla fretta e, conseguentemente, dalla superficialità, ma va piuttosto a scandagliare il visibile per ri-vedere meglio la realtà e ri-leggerla in una nuova chiave». «Eleganti inquadrature, quelle di Tatge», sottolinea Cecere, «calibrate e attente, che mettono assieme edifici o scheletri del passato carichi di storia con porzioni di paesaggio che posseggono un’espressività spesso apparentemente muta e sospesa nel tempo, ma in realtà, invece, densa di significati che vanno decriptati da chi guarda, praticando l’arte della contemplazione, senza fretta»

Alcuni spazi ritratti da Tatge possono ricordare le visioni dei pittori che hanno lavorato nel primo Novecento, ma il termine Metafisico è stato scelto, in questo caso, per sottolineare l’intento dell’autore di utilizzare un luogo fisico per esprimere un concetto astratto o un particolare stato d’animo. Particolarità della mostra allestita alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone è l’esposizione in una grande stanza di 132 particolari estrapolati dalle 66 immagini in mostra. Tatge fotografa ancora con la sua Deardorff 13 x 18cm, una macchina leggendaria a soffietto che produce negativi in bianco e nero di grande formato che vengono stampati dall’autore in camera oscura: dai negativi è stato possibile estrarre dettagli che si presentano quasi come immagini nuove, quasi una “mostra nella mostra”: «come il mondo che si apre all’esplorazione dei fotografi, la singola fotografia può contenere un mondo di immagini», spiega il fotografo.
Sempre martedì 9 maggio, prima dell’incontro pubblico George Tatge condurrà il pubblico, a partire dalle 17.00, in una visita guidata gratuita della mostra.

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