L’inaugurazione sabato 7 marzo alle 18
In esposizione fino al 6 aprile circa 40 scatti realizzati dal
fotografo friulano Giacomo Cattaruzzi per raccontare dei
“nuovi luoghi comuni” che parlano del linguaggio del presente
Una selezione di circa 40 immagini, realizzate nella nostra regione, ma non solo, dal 2012 ad oggi. Immagini che propongono allo spettatore la consapevolezza del cambiamento di un territorio, spesso vissuta con distrazione ed indifferenza, e della nuova geografia fotografica del paesaggio. Dei “nuovi luoghi comuni” che parlano il linguaggio del presente, dove la mondializzazione e la perdita di identità geografica stanno per cancellare la memoria dei luoghi della natura e della tradizione.
S’intitola proprio “Nuovi Luoghi Comuni – Dal territorio al non-luogo” la personale del fotografo Giacomo Cattaruzzi che aprirà i battenti sabato 7 marzo alle 18 alla Galleria “Tina Modotti”. L’ex mercato del pesce, elegante cornice liberty deputata alla fotografia, infatti, ospiterà l’esposizione del fotografo friulano realizzata in collaborazione con il Comune di Udine, i Civici Musei e il Fai. A presentare l’autore e le sue opere, durante il vernissage di sabato, sarà, oltre all’assessore alla Cultura, Federico Pirone, e dalla presidente della delegazione udinese del Fai, Laura Stringari, Antonio Giusa, docente e storico della fotografia.
“Siamo molto contenti – spiega Pirone – di poter ospitare una mostra di un artista locale, ma ormai conosciuto anche oltre i confini friulani, capace di visioni ampie, quasi cinematografiche. Un artista, nonché uomo di scienza, che ha orientato il suo interesse e la sua indagine fotografica al tema del paesaggio contemporaneo per ricordare, citando le sue stesse parole, come la bellezza in fotografia non risieda soltanto nelle meraviglie della natura, ma come i suoi incostanti sprazzi si mostrino, agli occhi di chi voglia cercarli ed ascoltarli, nei paesaggi e nelle visioni del quotidiano, del presente, della tangibile realtà dell’oggi”.
Le fotografie del “Nuovo paesaggio”, che si potranno ammirare fino al 6 aprile, non parlano dei colori del cielo, dell’acqua e della terra, bensì delle forme e degli oggetti, come case, auto, edifici, che l’uomo ha posizionato sul territorio, a volte creando una rottura con l’elemento naturalistico, a volte semplicemente per testimoniare la sua presenza, il suo passaggio, il suo essere colonizzatore. In ogni caso, interrompendo il filo che lega l’ambiente al determinato luogo geografico, e creando talvolta quei “non-luoghi” dove le forme del globale vincono su quelle del locale.
“Cattaruzzi – scrive Giusa nella presentazione alla mostra” – ama ripetere che il visitatore non deve attardarsi a cercare di riconoscere i luoghi da lui fotografati. In effetti le zone industriali o artigianali divenute luoghi deserti al tempo della crisi potrebbero trovarsi in molte parti d’Europa. Meglio assecondare, quindi, il desiderio dell’autore, senza preoccuparsi di identificare i luoghi di ripresa e senza storicizzare gli edifici o le aree urbanizzate, perdendosi negli anonimi parcheggi o nei centri commerciali”.
L’esposizione, come ricordato, sarà aperta al pubblico con ingresso libero fino al 6 aprile, il venerdì, sabato e la domenica dalle 16.30 alle 19.30. Stessi orari di apertura anche nei giorni festivi di Paqua (5 aprile) e Pasquetta (6 aprile). Per informazioni è possibile contattare il PuntoInforma del Comune (0432 414717) o consultare direttamente il sito www.nuoviluoghicomuni.it.