Il 30 novembre 2013 alla Galleria Medusa di Este, lo stampatore Diego Candido Cattarin celebra l’anniversario della riapertura presso l’Accademia di Venezia, nel 1912 , fu affidata la cattedra al bolognese Emanuele Brugnoli.
E’ singolare che la mostra sia allestita da chi con pazienza e attenzione si è dedicato a questa professione, e non solo, sia capace di esporre stampe d’arte che rendono l’idea di artisti che hanno fatto scuola a Venezia. E’ un miracolo poter godere, in questa martoriata terra, i segni della sua storia, nella pratica dell’arte incisoria talvolta snobbata dagli esperti del settore, ma di grande professionalità. Incidere significa coniugare tecnica e talento, esperienza e progettualità, processo che implica il connubio sì degli artisti e del gallerista, in questo evento Ugo Albanese, ma anche della tradizione tramandata dalla bottega d’arte dello stampatore Diego Candido Cattarin.Nei 20 anni in cui Emanuele Brugnoli tenne la cattedra d’incisione all’Accademia di Venezia, era attivo Fabio Mauroner . Veneziano di adozione, nato nel 1884 a Tissano del Friuli da famiglia di origine nobiliare, già nel 1905 è nella città lagunare, dove condivide con Modigliani un appartamento di fronte alla chiesa di S. Sebastiano; infatti, si ritraggono a vicenda in due ritratti; Mauroner viaggiò molto e negli U.S.A. fu in contatto con artisti come Whistler, Roth, Arms. Durante il primo decennio del primo dopoguerra Giovanni Giuliani fu assistente di Brugnoli e nel 1932 viene chiamato all’Accademia, e sarà titolare dal 1938 al 1959. In quasi un trentennio d’insegnamento, maturò un’esperienza notevole nel campo dell’acquaforte, della vernice molle e dell’acquatinta, importantissima per lo sviluppo e la continuità di quest’arte. Notevole è la produzione grafica di Giovanni Giuliani, in particolare le opere dedicate al paesaggio della laguna, allora in costruzione, lo scavo del Rio Nuovo, il rifacimento del Ponte degli Scalzi e dell’Accademia , del polo industriale di Porto Marghera, del ponte della Libertà; i suoi allievi saranno famosi incisori: Giovanni Barbisan, Virgilio Tramontin, Bianchi Barriviera e poi Cesco Magnolato e Mario Guadagnino . Guido Balsamo Stella nasce a Torino nel 1882, ma già nel 1896 è nella città lagunare, dove risiede il secondo marito della madre. Sin da prima del conflitto mondiale frequenta il gruppo di Ca’ Pesaro, poi esilia in Svezia e nel 1919 rientra in Italia. Balsamo Stella è a Monza, dieci anni dopo, dove dirige l’importante Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, e dal ’36 quello d’Arte di Venezia, in quell’anno ritorna alla Biennale d’Arte, con l’incisione Diluvio , e così nella successiva la XXI, con due lavori in vetro inciso alla mola, Orione e Ruscello. Nel 1939 partecipa alla III Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e, due anni dopo, muore improvvisamente ad Asolo (Treviso). Giovanni Barbisan è di una generazione successiva a questi grandi maestri, nato a Treviso nel 1914, a diciassette anni già frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia, e inizia la propria ricerca grafica sotto la guida di Giovanni Giuliani e di Virgilio Tramontin, dopo l’interruzione bellica, perfezionò il suo linguaggio segnico, sciolto nella particolare luminosità che l’ha reso uno dei maggiori acquafortisti italiani della seconda metà del Novecento. Virgilio Tramontin, nato a S. Vito al Tagliamento (Pordenone) nel 1908, si avvicina all’arte incisoria frequentando la Scuola di Incisione dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia, e dal 1952 è assistente di Giovanni Giuliani. Si spegne a tarda età nel 2002, una lunga vita vissuta con un tratto da “gentiluomo”, pacata, ma aperta e ricca sul piano intellettuale, contrassegnata da vari interessi culturali fino al rapporto con Pasolini, suo estimatore che lo coinvolse in alcune importanti iniziative legate al recupero del patrimonio culturale friulano. Il percorso nella storia della grafica d’arte veneziana, si conclude con le poetiche incisioni di Guerrino Bonaldo (1941) e di Livio Ceschin(1962) , caratterizzate da tratti panteisti; infatti, notevole è l’affinità dei due artisti contemporanei con lo stile di Barbisan, non solo appartengono a tre generazioni successive l’una all’altra, ma anche nascono e vivono nel trevigiano. Barbisan era del capoluogo, Bonaldo risiede a Zerobranco e Ceschin si è spostato di pochi chilometri dalla natia Pieve di Soligo, a Collalto. Il Gallerista Ugo Albanese dichiara che il merito più grande di Diego Candido Cattarin: “è quello di aver contribuito a far nascere in me la passione per questa bellissima forma artistica “; infatti, lo stampatore trevigiano ma attivo a Venezia da più di sessant’anni ha fatto della sua vita un:” tutt’uno con la creatività dell’artista… E’ per questo – afferma – che chi esegue materialmente l’incisione non è che una faccia di una medaglia, l’altra è quella del grande artigiano che con le sue conoscenze e capacità rendere possibile la nascita di questi miracoli”.
La mostra “Stamperia calcografica Venezia” inaugura sabato 30 novembre 2013 alle ore 17.00 presso la galleria Medusa, via Giuseppe Garibaldi, 23 Este (Padova) e rimarrà aperta fino al 15 dicembre 2013
Anna Maria Ronchin