BOTH WAYS è una mostra di arte contemporanea che contribuisce, all’interno di Science in the City Festival, all’edizione dell’EuroScience Open Forum (ESOF2020) di Trieste.
È una mostra fisicamente policentrica, realizzata in 5 sedi europee di cui Trieste è la sede centrale, ed è una mostra replicata ed estesa online che è virtualmente disponibile planetariamente a chiunque vi entri con un suo avatar.
BOTH WAYS si inaugura il 29 agosto alle ore 19 al Magazzino 27 del Porto Vecchio di Trieste: dal 29 agosto al 6 settembre sarà il “centro” che raccoglie le esperienze dell’intero progetto ed è una coproduzione europea che Trieste Contemporanea ha iniziato nel marzo 2019 in partnership con l’Iniziativa Centro Europea (InCE) e con la Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze (FIT) e ha proposto a un gruppo di istituzioni dell’arte e della scienza di Croazia, Italia, Romania, Serbia e Ungheria, con l’obiettivo di mettere in dialogo le posizioni e gli specifici modi di produzione di conoscenza dell’arte e della scienza.
Entrambe le strade, entrambi i modi; obiettivo: mettere in relazione due campi della conoscenza molto più simili di quanto non sembri e sempre “vettoriali”, caratterizzati da una direzione.
La mostra è una co-produzione tra University of Rijeka – Center for Innovative Media (CIM) all’Academy of Applied Arts (APURI) e il Department of Mathematics (Croazia); Trieste Contemporanea (Italia); Scientifica, Cluj-Napoca (Romania); Center for the Promotion of Science (CPN), Belgrado (Serbia); Ludwig Museum-Museum of Contemporary Art e l’Hungarian Museum of Science e il Technology and Transport, Budapest (Ungheria).
Gli artisti presentati a Trieste sono:
Floriama Cândea (RO), George Crîngașu (RO), Bojan Crnković (HR), Horia Damian (RO), Ingeborg Fülepp (HR), Vladan Joler (SR), Filip Kostić (SR/USA), Imre Lepsényi (H), Vedrana Mikulić Crnković (HR), Marko Mrvoš (HR), Sorin Neamțu (RO), Roberto Paci Dalò (I), Matteo Pasquinelli (I), Mihai Plătică (RO), Dijana Protić (HR), László L. Révész (H), Laurențiu Ruță (RO), Catrinel Săbăciag (RO), Kristóf Szabó (H), Róbert Szabó (H), Kálmán Tarr (H), Kristina Tica (SR), Zoltán Vadászi (H), Gyula Várnai (H), Victoria Vesna (SR/USA), Ioana Vreme Moser (RO), Tamás Waliczky (H).
BOTH WAYS ha il supporto della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, dell’Iniziativa Centro Europea (InCE) e della Fondazione Internazionale Trieste (FIT).
Inoltre il progetto è co-finanziato da KKT: Campus Creative Team, Rijeka 2020, European Capital of Culture, 27 Neighborhoods; UNIRI Projects (Rijeka): Interdisciplinary Research and Application of New Media Technologies in Virtual Reality Art; Department of Mathematics-University of Rijeka e The Elsevier Mathematical Sciences Sponsorship Fund (Croazia) | da The Administration of the National Cultural Fund (Romania) | dall’European ARTificial Intelligence – AI Lab project (EU Creative Europe programme) e dal Ministero della Cultura e dell’Informazione della Repubblica di Serbia (Serbia).
La peculiarità di BOTH WAYS è quella di avere delle coppie di curatori per paese, provenienti sia dal mondo dell’arte contemporanea che da quello della scienza. Hanno selezionato insieme artisti e opere per Trieste: Miruna Amza (RO), Anna Bálványos (H), Miruna Batin (RO), Georgiana Buț (RO), Giuliana Carbi Jesurun (I), Maja Ćirić (SR), Dobrivoje Lale Eric (SR), Julia Fabényi (H), Ingeborg Fülepp (HR), Vedrana Mikulić Crnković (HR).
Inoltre in alcuni casi le opere stesse sono state realizzate da un team congiunto, come per la proposta croata, a finalità didattica per gli studenti dell’Accademia e del dipartimento di Matematica dell’Università di Fiume. O sono state studiate fin dall’origine in team “duplice”, come è il caso del progetto italiano di Paci Dalò, nato dalla collaborazione scientifica dei ricercatori del JRC Joint Research Centre – European Commission. Questo progetto dunque è stato pensato e affrontato costantemente nelle sue diverse parti con prospettiva duplice.
Una rilevante caratteristica del progetto è quella di compenetrare, in quasi-continuità, spazio reale e spazio virtuale. Qui però la realtà ha superato la fantasia dei curatori e degli artisti. Di pandemia trattavano solo alcuni celebri film catastrofici quando, più di un anno fa, per unire simultaneamente sotto l’egida dell’arte e della scienza più città e genti europee, questa “estensione”, allora assolutamente inusuale e ancora molto sperimentale dell’uso combinato del live streaming e della virtual reality, è stata pensata assieme ad Antonio Giacomin. Mentre ora l’accelerazione al progresso tecnologico di questo tipo di comunicazione, forzata dall’inedita situazione planetaria, ci offre la splendida opportunità di poter visitare BOTH WAYS anche dall’Australia…