Nell’era del digitale la fotografia è ormai un passatempo alla portata di tutti. Chiunque attraverso un cellulare, una fotocamera compatta o una reflex è in grado di immortalare attimi della propria vita privata con relativa facilità. Altro discorso riguarda il fotografo professionista, dotato di capacità e tecniche utili a svolgere per il meglio il suo lavoro: raccontare attraverso l’immagine. Uno dei più celebri foto reporter della storia è sicuramente Robert Capa “il fotografo più vicino di tutti alla linea del fronte” – New York Times.
Ungherese di nascita ma naturalizzato statunitense, Capa è il fotografo per eccellenza dei conflitti armati del secolo scorso. Le sue fotografie, diventate vere e proprie opere d’arte, reperti storici di inestimabile valore, oggetti di culto per appassionati e non, immortalano i più importanti conflitti bellici attraverso una stupefacente empatia che assale lo spettatore inerme. Le persone, i paesaggi, le armi sono tutti collocati in maniera inequivocabilmente realistica. Non vediamo quello che accade, lo viviamo; siamo sul campo, sentiamo gli spari, la paura ci assale, la nostra impotenza ci opprime l’anima. Gli occhi piangenti della bambina cinese o l’immobilità del soldato ucciso ci catapultano indietro nella storia; siamo tutti Robert Capa e scrutiamo ciò che vede lui. Le fotografie sono attimi di tempo bloccati per sempre e quest’uomo è stato in grado di trasferire in esse tutti gli stati d’animo dei soggetti inglobati nello scatto. Peculiarità di Capa fu quella di aver lavorato sul campo, nel mezzo delle sparatorie, delle truppe, dei bombardamenti. Il rischio, pagato infine a caro prezzo, fu il suo più grande merito, il suo biglietto per entrare di diritto nella leggenda. Le istantanee, comprensibilmente in bianco e nero, aprono allo spettatore lo squarcio di storia che caratterizzano. I personaggi sono sempre spontanei, le inquadrature enfatizzano lo stato d’animo del soggetto, il contorno paesaggistico contestualizza l’immagine. Gli occhi, messi sapientemente a fuoco, concentrano tutto lo spirito della fotografia e comunicano le più disparate sensazioni; gli scatti non parlano, ma quegli sguardi esprimono più di mille discorsi, più di ogni semplice parola. La magia creata da Robert Capa è questa, un dialogo introspettivo con le fotografie. Non è possibile rimanere indifferenti di fronte alla cruda verità. La mostra, distribuita nella splendida Villa Manin di Passariano (UD), è composta di 180 fotografie e una serie di filmati realizzati dallo stesso Capa. Sono presenti tutte le principali esperienze che caratterizzano il lavoro del fotografo ungherese: gli anni parigini, la Guerra civile spagnola, quella tra Cina e Giappone, lo sbarco in Normandia durante la Seconda Guerra Mondale, la Russia del secondo dopoguerra, la nascita dello stato di Israele e il conflitto in Indocina. Oltre ai celebri reportage sono presenti anche alcuni scatti meno noti e riguardanti il mondo cinematografico e artistico degli anni ’40; infatti Capa entrò in contatto con artisti di grandissimo rilievo internazionale tra cui Picasso, Matisse, Ingrid Bergman, John Huston, Ernest Hemingway.
Evento collaterale alla mostra di Robert Capa è “Confronti”, esposizione di un centinaio di istantanee realizzate da 12 fotografi, che spaziano tra il reportage e il figurativo. Il progetto promosso dall‘IRPAC (Istituto Regionale di Promozione e Animazione Culturale) è volto a creare una rete per la promozione e la diffusione della fotografia nella regione FVG. Una mostra molto accattivante che permette il confronto tra i lavori di giovani foto reporter, artisti che utilizzando la fotografia come strumento d’arte e sperimentatori di nuove tecniche fotografiche.
Robert Capa – “La realtà di fronte”
20 ottobre 2013 / 19 gennaio 2014
Villa Manin, Passariano (UD)
“Confronti”
26 ottobre / 1 dicembre 2013
Villa Manin, Passariano (UD)
Ingresso Gratuito
Carlo Liotti