Venerdì 17 aprile alle 17.30 a Casa Cavazzini
Il museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine
presenta un video straordinario sull’azione performativa
del “6-Tages -Spiel” dell’artista austriaco
Una proiezione per rivivere un evento culturale straordinario, tornando a quel “6-Tages -Spiel”, il cosiddetto “Teatro dei 6 Giorni” che nel 1978 portò in Friuli Venezia Giulia l’artista austriaco Hermann Nitsch. Venerdì 17 aprile alle 17.30 Casa Cavazzini presenterà un video documentario realizzato da Nitsch, con la regia di Alfred Gulden, nell’estate del 1988 nel castello di Prinzendorf, nella regione del Weinviertel, per raccontare l’azione performativa del “6-Tages -Spiel”.
L’evento, organizzato dal museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine, dalla galleria Spazio5 e da MlzArtDep, in collaborazione con La Cappella Underground e l’Archivio Carlo Montanaro, si pone in relazione con la mostra “A EI O U – Austriens in second 20Century”, curata da Miroslava Hàjek presso Spazio5 e MLZArtDep a Trieste. Un’occasione per riscoprire, dalla viva voce di chi fu presente in quell’occasione, la performance che Nitsch tenne nel 1978 nel teatro romano del capoluogo giuliano, ponendo questioni fino ad allora estranee all’arte contemporanea regionale.
Il video documentario ricostruisce la storia del “6 Tages-Spiel” e rappresenta una testimonianza fondamentale sul cosiddetto “Teatro dei 6 Giorni”. L’artista austriaco cominciò a pensare a un’azione performativa della durata di sei giorni e sei notti nel 1957. In quegli anni egli si occupava di letteratura e fu in quell’ambito che concepì l´idea di un´opera d´arte che coinvolgesse tutti i cinque sensi dell’uomo, sotto l´influsso delle opere-d´arte-totali di Richard Wagner e Alexander Scriabin.
Per Nitsch le condizioni di vita dell’essere umano devono essere rappresentate nella loro polarità, tra la massima gioia e la massima estasi, tra l´ebbrezza del divenire e l’abisso che si schiude di fronte all’ignoto, la nausea, la pulsione bestiale dell’ira distruttiva. L´animale carnivoro uomo deve uccidere per sopravvivere, per soddisfare il proprio bisogno alimentare di carne, ed è colpevole di fronte alla creatura uccisa; deve prendere atto di questa circostanza. Per Nitsch questa rappresenta solo una delle prime tappe lungo la strada della presa di coscienza della realtà, un primo passo verso quella consapevolezza che è necessaria se si è contro gli allevamenti di massa degli animali, contro la morte di animali in condizioni di stress e solo per fini di lucro, se si è contro la premeditata manipolazione del mangime per animali che agisce sul loro naturale metabolismo.
Il video proposto contiene immagini adatte solo ad un pubblico adulto. Per informazioni: tel 0432.414772 – www.udinecultura.it.