Ci voleva una ventata di “Aria di festa -Friuli Venezia Giulia” di San Daniele (che fino alle 20 si è trasformata in un bel temporale) per riportare in Friuli a quasi vent’anni di distanza mr. Bob Dylan, un’autentica leggenda della musica a livello mondiale – ma non solo viste le sue molteplici passioni che spaziano dalla poesia alla pittura ed alla scrittura – e che a 74 anni è ancora “on the road”.
Del “menestrello di Duluth” si è scritto e parlato tanto: personaggio spigoloso, a tratti scontroso e controcorrente, pilastro portante della controcultura americana degli anni ’60.
Ogni concerto non è mai uguale a quello precedente e questo i fan di Dylan lo sanno: siamo lontani anni luce dalla perfezione dei live delle band odierne che replicano le canzoni incise come se fosse un cd a suonare, Bob è invece in continua trasformazione, ogni volta che canta la stessa canzone lo fa diversamente, arricchendola di sfumature (o stonature) anche a costo di irritare gli ascoltatori …e con quest’aura mistica che lo circonda il recensire un suo concerto diventa un po’ intimidatorio!
Il concerto: Fortunatamente, il cielo si rasserena quando alle 21.30 (puntualissimo!) il concerto inizia per i più di 6000 spettatori accorsi per questa prima data italiana del “Never ending tour”, data che vedrà una set list divisa in due parti di 45 minuti, con un’intervallo di 15 e due “bis” tra i quali una irriconoscibile “Blowin’in the wind”.
La scaletta:
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin’
4. Workingman’s Blues #2
5. Duquesne Whistle
6. Waiting For You
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Full Moon And Empty Arms
Altri momenti del concerto con foto per gentile concessione di Petrussi Foto Press
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
18. Autumn Leaves
(encore)
19. Blowin’ In The Wind (band introduction)
20. Love Sick
Brani eseguiti in maniera impeccabile da una gruppo (d’altronde i manifesti del concerto riportavano “Bob Dylan and his band” ) di musicisti di alto livello, elegantemente vestiti tutti uguali quasi a mettere ulteriormente in risalto (se mai ce ne fosse bisogno) Bob Dylan, che si è equamente diviso fra piano e armonica (ahimè, niente chitarra!), il tutto su un palco scevro dai ritrovati tecnologici a cui ormai siamo assuefatti: questa sera solo musica nella sua essenza più pura e d’autore, concedendosi quel tanto che basta (tra l’altro salutando il pubblico giusto alla fine della prima parte).
Merita inoltre soffermarsi sulla sua voce che per chi non è abituato o lo conosce poco può risultare sgradevole e a volte “fuori fuoco” ma in realtà capace di sfumature e scalature che danno un tocco in più e uno spessore interpretativo alle note eseguite, quasi ipnotizzando chi sappia andare oltre la superficie.
Unica nota stonata –non di Bob Dylan!- la musica che ad un certo punto proveniva da un chiosco sovrastante l’area del concerto, decisamente non il massimo!
Notizia e foto: Francesco Brun Frisanchina
N.B. Le immagini proposte sono state, per così dire, “rubate” in quanto il management di Bob Dylan ha severamente vietato anche agli organi di informazione l’introduzione e l’utilizzo nell’area del concerto di apparecchiature fotografiche professionali, con tanto di security a vigilare su eventuali trasgressioni alle regole imposte; una decisione quanto meno discutibile per quanto riguarda il diritto all’informazione.
Dario Furlan