Dopo l’ apertura di un duo con il solista Franco Toro (è uno della combriccola del Miela) , chi non ha mai visto un concerto di Bob non ha idea di quanto sia distante dalla convenzione che separa l’artista dal pubblico: lui è NEL pubblico, letteralmente, sia per la carica che trasmette sia perché tutto lo spazio disponibile diventa palcoscenico, che sia lui a scendere a suonare tra la gente o qualcuno dalla platea che lo faccia salire su un canotto per fargli fare un giro sulle mani del mucchio che poga (a Modena si dice così, qui a Trieste non lo so) non ha importanza. Eccolo… sale su un palco un tizio vestito da uomo-proiettile e con un bizzarro casco da motociclista in testa con una cornetta telefonica incastonata nella visiera. La faccia non si vede, nessuno sa chi sia (ma si, noi si, lo sappiamo). Attaccata alla visiera del casco, c’è una cornetta telefonica con cui comunica al pubblico e canta. Si piazza al centro del palco seduto su uno sgabello con una chitarra acustica elettrificata appesa al collo e con i piedi comincia ad azionare i pedali di alcuni pezzi di batteria e varie altre bizzarre percussioni. Stravaganza, si, ma allo stesso tempo grande musica. La sua è una combinazione incendiaria di blues marcio, boogie-rock suonato alla velocità della luce e garage-blues ossuto e martellante. La sua tuta aderente da pattinatore è un tutt’uno con la sua pelle, attaccata dal sudore di esibizioni forsennate. E poi comincia a suonare la chitarra come un demone, quasi sempre con la tecnica blues dello slide o con un fingerpicking imbizzarrito. Mentre suona, comunica con il pubblico e canta attraverso la cornetta telefonica incastonata nel casco. Bizzarria e talento sono un mix esplosivo che fa di lui una one-man band tra le più richieste del pianeta con una media di circa 150 esibizioni l’anno. Folle, sporco e divertentissimo. Garage ‘n’ roll a base di alcol e sesso. Busker-blues dalle periferie dell’America. Perché poi scopri che in America Bob Log III è una specie di leggenda vivente: l’inventore del “Tit clapping” e del “Boob Scotch” (“Put your boob in my scotch/Come on get your tit in my drink”, da “Boob Scotch”, brano dell’album “Bomb Log” del 2003), elogiato da Tom Waits che l’ha definito “the loudest strangest stuff you’ve ever heard” e punto focale di un piccolo culto che vede protagonista l’etichetta Fat Possum e molti vecchi e giovani bluesman (T-Model Ford, Junior Kimbrough, R. L. Burnside). Originario di Tucson, Arizona, è cresciuto ascoltando Chuck Berry, Bo Diddley e gli AC/DC. Entrato in possesso di una chitarra all’età di 11 anni, a 16 anni si innamora del Delta Blues, modellando il suo stile chitarristico su quello del chitarrista ‘Mississippi’ Fred McDowell. Inizia la sua carriera con i Mondo Guano, una band metal blues di quattro elementi. Al termine di questa esperienza, Log diventa metà del duo Delta blues Doo Rag con Thermos Malling. Un bel giorno Malling abbandona la band proprio nel mezzo di un tour. Rimasto solo sulla strada per Chicago, Log decide di continuare il tour come one-man band “Ho comprato un elmetto in un negozio d’armi a Lawrence e ho pensato: indosso quell’elmetto, prendo a calci il case della mia chitarra e vediamo cosa succede“. Più tardi acquista una cassa e un cembalo, corredati di un pedale customizzato. Questi nuovi strumenti, combinati con il suo stile di chitarra slide, la voce distorta dal microfono del telefono e un accompagnamento ritmico latineggiante, costituiranno la cornice compositiva delle canzoni di Log. La sua tecnica , volutamente sporca e velocissima, grazie alla quale non si capisce se quella che in mano sia solo una chitarra o un artefatto magico che solo lui sa domare e col quale riesce a tirare fuori tutta la sua verve caustica e gustosamente depravata. Durante le performance Bob Log spesso chiama i membri del pubblico (sia maschi che femmine) sul palco di sedersi sulle sue ginocchia mentre lui gioca e suona. Mentre tamburella con i piedi ha la capacità di sostenere il peso di più persone contemporaneamente. Alla fine, Bob Log si fa trasportare su di un canotto gonfiabile pronto in scena , sulla testa dei presenti salpando in cima al suo pubblico come se navigasse in mezzo al mare, e il concerto diventa uno spettacolo nello spettacolo dove tutto il pubblico viene coinvolto nelle stranezze e nel gioco musicale dell’abile musicista. Un concerto memorabile !!
m.l.