Il 36° Bellaria Film Festival parla veneto: il regista trevigiano Marco Pavan ha vinto il concorso Bei Doc con il documentario “Tutto è scritto”, realizzato nel 2018 in Mali.
La giuria, presieduta da Moni Ovadia, lo ha scelto “per la forza espressiva e la maturità linguistica con le quali ha mostrato aspetti fondamentali e sottaciuti del pensiero islamico come la cultura, la bellezza e la responsabilità nei confronti della grande eredità del sapere. Un fraseggio filmico profondamente incisivo”.
A Marco Pavan va il premio per il miglior documentario del festival (3000 euro).
Da quest’anno il BFF è diretto dal produttore teatrale, musicale e cinematografico Marcello Corvino.
18 i film in gara (selezionati tra 93 proposte) che hanno dovuto focalizzare i temi dell’articolo IX della Costituzione Italiana (La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione).
Il festival è suddiviso nei concorsi Bei Doc (vinto da Marco Pavan), dedicato a lavori di qualsiasi formato con durata massima 90 minuti, Bei Young Doc (per documentaristi Under30) e Doc con la migliore colonna sonora.
Tutto è scritto, Marco Pavan (2018 – 23’) Bei Doc
Prodotto da Fabrica e Imago Mundi Art. è l’intenso racconto del viaggio degli antichi manoscritti, centinaia e centinaia di migliaia di tomi conservati nelle biblioteche di Timbuctù, che sono stati trasportati a dorso di mulo e su piroghe fino a Bamako, mille chilometri più a Sud, per essere salvati dalla furia dell’integralismo islamico.
Realizzato in Mali a febbraio 2018, testimonia lo straordinario rapporto di rispetto e protezione che, oggi più che mai, lega questo popolo del deserto a un patrimonio di tutta l’umanità messo in pericolo dall’oscurantismo fondamentalista.