Prende l’avvio dal Veneto e da alcune location protagoniste della Grande Guerra il tour di Fucilateli – Commissione d’Inchiesta su Caporetto 1918- 19, il documentario scritto e diretto da Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato e prodotto da Sole e Luna Production che racconta la vicenda, piena di ombre e di incertezze, delle centinaia di fucilazioni fra il 1915 e il 1919. Prima tappa del tour Asiago, Cinema Grillo Parlante il 14 Settembre 2019 (ore 20.45). Da novembre il tour approda sui circuiti nazionali.
Asiago non a caso è la prima tappa di questo tour lungo i luoghi della Grande Guerra. Il tour ripercorrerà, peraltro, con i suoi appuntamenti alcuni dei principali luoghi che fanno parte della narrazione dell’oscura vicenda delle fucilazioni sommarie.
Tornando ad Asiago, fu proprio questa cittadina ad ospitare il tragicamente noto caso della fucilazione sommaria delle truppe della Brigata Sassari da parte del Maggiore Marchese (a sua volta fermato con il fuoco). Vicende complesse che ci vengono narrate all’interno del documentario finalmente da un punto di vista psicologico e psichiatrico anche grazie al supporto del Capitano Fanelli dello Stato Maggiore dell’Esercito. Con particolare attenzione a quelle avvenute nei mesi successivi alla disfatta di Caporetto ma non solo. A condurre per mano in questo viaggio nella storia saranno la voce narrante di Stefano Amadio (giornalista, regista, autore), le lucide parole del prof. Marco Mondini (Università degli Studi di Padova) e le dichiarazioni del Procuratore Militare Dottor Marco De Paolis, della Dottoressa Irene Guerrini e del Dottor Marco Pluviano, tra i massimi esperti in campo di pena capitale durante il Primo Conflitto.
La musiche originali di Fucilateli di Marco Testoni, autore di una colonna sonora lontana dal ruolo di puro sfondo proprio del genere documentaristico, si arricchiscono della vena autoriale propria del cinema mescolando elettronica e soundesign.
Il documentario gode del patrocinio del Ministero della Difesa e della certificazione storico-scientifica dell’Università degli Studi di Padova.
“Qui si fucila senza pietà!”: queste le parole con cui Monsignor Longhin raccontava al Prevosto di Montebelluna il fronte dei nostri soldati impegnati nella Grande Guerra nei mesi successivi alla disfatta di Caporetto. Poche parole che dipingono con chiarezza il quadro di orrore e di devastazione di una vicenda piena di ombre e di incertezze.
Perché oggetto di fucilazione furono in quei mesi bui, persone dalla storia più disparata. Nessuna cerimonia di sepoltura o commemorazione, di loro c’è traccia unicamente nelle ricerche di chi in questi cento anni ha provato a portare alla luce la verità.
E’ impossibile determinare con certezza quanti furono i giustiziati, i numeri sono indicativi e lacunosi. Numeri che sono però persone: in alcuni casi vittime di giudizi arbitrari, spesso da parte di uomini psicologicamente instabili; in altri responsabili reali di omicidi e di violenze spesso efferate anche contro i civili; in altri ancora sono uomini che disertano, si automutilano o si vendono come spie al nemico. Per una parte dell’opinione pubblica bisognerebbe perdonare, per l’altra va lasciato tutto così com’è.