A pochi giorni dall’attesissima uscita italiana, che la Tucker Film ha programmato per giovedì 9 ottobre, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici ha incoronato Class Enemy “Film della Critica”. Un importante riconoscimento che, unendosi alla candidatura al LUX e ai premi già raccolti, conferma tutta la potenza del capolavoro firmato dall’under 30 sloveno Rok Biček. E sarà lo stesso Biček, iniziando dall’anteprima nazionale di mercoledì 1° ottobre (Roma, Casa del Cinema), ad accompagnare il film nelle sale, presentando un’opera che si muove con implacabile freddezza all’interno di una zona grigia dove nessuno è totalmente buono o totalmente cattivo…
Slovenia, oggi. Un liceo come tanti. Una classe come tante. Una quotidianità come tante. Ma è davvero tutto così ordinario, così regolare? È davvero tutto così tranquillo, sotto la patina di normalità? Basta l’arrivo del nuovo professore, il durissimo Robert (uno straordinario Igor Samobor, superstar del cinema sloveno), per innescare un violento corto circuito: didattico, prima, e umano, poco dopo, quando la tragica morte di una studentessa devasta gravemente gli equilibri. Il dolore dei ragazzi si traduce in rabbia e la rabbia, alimentata da interrogativi esistenziali troppo difficili da affrontare, si traduce in caccia: caccia al colpevole, caccia al nemico. Una scorciatoia emotiva che impatta, fatalmente, contro il nuovo professore: il colpevole perfetto, il nemico perfetto. Come finirà la guerra? Cosa porterà e quanto costerà, a ciascuno, quell’atto di cieca ribellione? «L’incomunicabilità – spiega il giovane regista – è sicuramente il nucleo, il detonatore di Class Enemy. L’eruzione vulcanica che poi mette a nudo le paure e le frustrazioni nascoste sotto la pelle della società europea». Quella stessa Europa cui si rivolge il LUX, che è appunto il premio del Parlamento Europeo, con l’obiettivo di favorire il dibattito pubblico sull’integrazione e di facilitare la circolazione dei film all’interno dell’Unione. E l’opera prima di Rok Biček, in lizza assieme a Ida di Pawel Pawlikowski e Girlhood di Céline Sciamma, racchiude senza dubbio le migliori istanze (artistiche e culturale) della nuova Europa…