Martedì 4 giugno h 21.00
Guido Ballo poesie di Francesco e Marina Ballo | Risa di Francesco Ballo
La vecchiaia, il tempo, la memoria.
Una rassegna cinematografica per avvicinarsi al tema della
prossima edizione di Peste!,
il festival annuale della Fondazione in programma il prossimo novembre.
A cura di Luca Mosso, direttore di Filmmaker Festival
Ingresso libero
Gli autori dei film saranno presenti in sala
Fondazione Il Lazzaretto
Via Lazzaretto 15, Milano
www.illazzaretto.com
Ultima serata alla Fondazione Il Lazzaretto di Milano con “La Macchina del Tempo”: la rassegna cinematografica – a cura di Luca Mosso, direttore di Filmmaker Festival – che rientra all’interno di Virus!, il programma promosso dalla Fondazione Il Lazzaretto nel quale il pubblico è invitato a contribuire alla creazione dei contenuti del festival Peste! previsto a novembre e dedicato quest’anno alla vecchiaia. Il tema è uno stimolo per interrogarsi su tempo, memoria individuale e collettiva, confronto tra generazioni e trasformazioni dei corpi.
Martedì 4 giugno alle ore 21.00, l’ultimo appuntamento della rassegna sarà con Guido Ballo poesie di Francesco e Marina Ballo (2004 – 11 min) e Risa di Francesco Ballo (2007 -17 min). Dei genitori importa la voce, quella che si impara a riconoscere prima ancora di vedere, e Francesco Ballo, autore di film spesso muti, riempie di parole i film che dedica ai genitori. Parole poetiche scandite con un sorriso ironico sulle labbra quelle di Guido Ballo poesie, quasi un ironico sberleffo alla morte, e ricordi precisi nelle testimonianze pacate di Risa che racconta il tennis, la resistenza, l’incontro con il marito Guido.
L’ingresso è libero e gli autori saranno presenti in sala.
Obiettivo della rassegna è quello di interrogarsi sull’effetto del tempo che da sempre domina il campo delle definizioni di cinema. Il passaggio dei secondi, delle ore, degli anni trova infatti espressioni magnifiche sullo schermo e i film da sempre documentano e testimoniano lo scorrere del tempo.
La selezione dei titoli in calendario ha voluto privilegiare lavori che esprimono domande chiare, chiedendo al cinema quello che meglio sa fare: documentare, testimoniare, immaginare. Piuttosto che classici consolidati, il pubblico avrà infatti la possibilità di vedere lavori estremamente personali, sostenuti da motivazioni solide e da salda cognizione teorica. Tre film – Non lo so ancora di Fabiana Sargentini (2012), Comandante di Enrico Maisto (2014), Guido Ballo poesie di Francesco e Marina Ballo (2004), Risa di Francesco Ballo (2007) – che si pongono, ciascuno a proprio personalissimo modo, il problema del tempo.
Il giovane regista Enrico Maisto interroga il passato con la furia febbrile di chi ne ha bisogno per trovare il proprio posto nel mondo, Francesco e Marina Ballo raccolgono la materia viva delle testimonianze dei genitori per garantirne l’affettuosa permanenza nel tempo e Fabiana Sargentini usa la finzione per consegnare l’implicito della vita a un tempo e uno spazio altri, dove valgono le leggi del cinema e anche un desiderio neppure espresso trova la sua forma compiuta.