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Giovedì 11 dicembre alle 21.00 a Cinemazero la Zerorchestra accompagna dal vivo le immagini del capolavoro “Berlino, sinfonia di una città” di Walter Ruttmann del 1927

Pordenone, 9 dicembre 2014.

Il capolavoro “Berlino, sinfonia di una città” di Walter Ruttmann (1927) sarà accompagnato del vivo dalle musiche originali composte da Bruno Cesselli, che lo vedranno al pianoforte, insieme a Romano Todesco al contrabbasso, Luca Grizzo per le percussioni e gli effetti sonori e Luigi Vitale al vibrafono giovedì 11 dicembre alle 21.00 a Cinemazero.

bruno cesselli_01Suddivisa in cinque atti, questa sinfonia visiva descrive la vita nella città di Berlino nell’arco di una giornata, con il montaggio teorizzato da Dziga Vertov. Non ci sono né didascalie né trama, ma il ritmo avvincente delle immagini trascina con sé lo spettatore nella vita della metropoli, facendo di questo film uno dei classici dell’avanguardia del cinema astratto. È il 1927 quando, per la prima volta in un film, si affida la parte di protagonista a una città. Nessun attore, nessuna teatralità, nessuna star per quest’opera prodotta dalla Fox Europa: Berlino, la città dalle mille aspirazioni, è insieme centro, argomento e splendida attrice di quest’opera sinfonica.

Lontani sia da propositi turistici sia da intenti sociali, girando tutto in esterni e a luci naturali, Ruttman e i suoi operatori (Karl Freund e altri) filmano con occhio neutrale la realtà colta in flagrante che al montaggio è atomizzata in momenti di quotidianità, depurati da ogni significato psicologico o sociale, ridotti a “puri arabeschi di movimento” (S. Kracauer). Questa giovane Berlino, carica di infinite possibilità rappresentative, risulta uno dei soggetti maggiormente redditizi. Senza studi, senza scenografie, nelle situazioni più disparate, il regista-operatore è sempre in agguato, con la sua piccola cinepresa da detective. Si addentra nella vita della metropoli, registra senza essere visto, perché nessuno dei soggetti deve sapere e quindi apprestarsi consapevolmente a recitare. Dal caos di queste tessere, dalla continua guerra tra artista e creatura da dominare, Ruttmann, secondo canoni estetici ben ponderati, ha saputo far nascere un mosaico, una sinfonia basata su migliaia di energie in pieno movimento, effettivamente presenti nell’organismo di questa città-madre. Egli si inoltra in una giungla di carne e ferro, vaga zitto tra uomini che non si voltano, ma che vengono ad urtare involontariamente il suo obiettivo. Tutto sembra ruotare senza volontà, trasformando la cinepresa nel demiurgo del perpetuo vagare, il fulcro al centro della piazza/città, che insegue cercando di non perdere il contatto con la realtà e la vita, per poi smarrirsi con il segreto che la riguarda.

Negli attimi in cui la capitale sembra dormire, il freddo della sera lascia il posto ai bagliori artificiali che ci accompagnano lungo i vicoli e le larghe strade, in cui la polvere sulla sua vita appena trascorsa sembra risollevarsi in un turbine, svelandoci l’inganno e il suo vero spirito notturno, con il suo traffico e le sue bettole, le sale da ballo, i campi sportivi, i teatri del varietà e le sale cinematografiche. Il risultato non è quello di un libro illustrato, ma piuttosto la visione di una macchina complessa, che può mettersi in moto solo se ogni più piccola parte ingrana con la massima precisione nell’altra, in una griglia musicale di crescenti e andanti.

About Carlo Liotti

Giornalista Pubblicista iscritto all'Albo dei giornalisti da Aprile 2013. Dottore in Scienze e Tecnologie Alimentari. Appassionato di fotografia e di viaggi, capo redattore de ildiscorso.it, reporter/collaboratore per altri canali di comunicazione.

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