Il Patto della Montagna è il primo atto in Europa con cui si stabilisce la parità salariale tra uomo e donna. Avviene nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, a Biella, il più antico distretto tessile italiano, quando imprenditori, operai e partigiani si riunirono segretamente per firmare un accordo che di fatto anticipò di molto conquiste che divennero legge a fine anni ’60. Dalle passerelle dell’alta moda di Milano un giovane stilista va a Biella per capire il perché dell’eccezionale qualità dei tessuti che usa nelle sue collezioni. Incontra i luoghi, i prodotti e i protagonisti, come Nino Cerruti e Argante. Il primo è lo stilista e imprenditore famoso nel mondo, figlio di chi firmò allora il Patto; il secondo è il comandante partigiano testimone di ciò che avvenne. I tessuti più fini al mondo sono ancora prodotti a Biella. Tutti gli stilisti internazionali comprano tessuti a Biella, dove sono nati marchi come Cerruti, Ermenegildo Zegna, Loro Piana, Barbera e molti altri. Il senso del film è che la qualità dei prodotti è radicata nella qualità immateriale delle relazioni tra le persone, qualcosa che non si può delocalizzare facilmente. Una metafora per l’oggi che, in ben altra crisi, deve ritrovare il senso del futuro e del patto sociale.
Protagonisti: Nino Cerruti (stilista internazionale e imprenditore), Argante Bocchio (comandante partigiano), Christian Pellizzari (giovane stilista), Sara Conforti (attivista moda sostenibile)