Così la Rivista Quindicinale degli Spettacoli annunciava nel dicembre del 1930 l’uscita del primo film comico dialogato in italiano di Stan Laurel e Oliver Hardy, i virtuosi della risata. La coppia era già famosa a livello internazionale all’epoca del muto e ora doveva affrontare la sfida del sonoro, un cambiamento epocale al quale non tutte le star seppero adeguarsi. Hal Roach, regista e produttore, colui che ebbe la geniale idea di mettere insieme i due comici, dette ancora una volta conferma del suo intuito e della sua risolutezza: decise infatti di produrre versioni in diverse lingue per ciascun mercato estero. I protagonisti dovevano autodoppiarsi e parlare, oltre che in inglese, in francese, tedesco, spagnolo e anche italiano. Questo durò pochi anni perché con il perfezionamento della tecnica del doppiaggio subentrarono i bravissimi doppiatori italiani, il più famoso dei quali fu Alberto Sordi che per alcuni anni dette voce a Oliver Hardy. Il buffo linguaggio della coppia ha origine proprio nelle storpiature dell’italiano che Laurel e Hardy facevano quando erano costretti ai tour de force linguistici; l’effetto era esilarante e i distributori non ebbero dubbi che da allora in poi tutti i doppiatori italiani avrebbero dovuto attenersi a quel modello. Dei film girati in italiano oggi non c’è traccia, ma alle Giornate giovedì 6 ottobre alle 21 al Teatro Verdi viene presentata, a cura del Progetto “S.O.S. Stanlio e Ollio”, una versione di The Night Owl (regia di James Parrott e sceneggiatura di Leo McCarey) ricavata dal confronto della copia spagnola Ladrones (1930) con quanto rimaneva del negativo dello stesso film uscito in Italia con il titolo Ladroni. Il risultato è un corto di 15 minuti più lungo del film uscito in America in cui si potrà sentire, seppur molto brevemente, la voce di Oliver Hardy in un’unica battuta pronunciata in un misto di spagnolo e italiano. Nei cartelli di testa di Ladroni compare per la prima volta il tema del cuculo, un motivo musicale legato indissolubilmente alle esibizioni cinematografiche di Stanlio e Ollio.
La programmazione della serata di giovedì 6 ottobre comprende anche la divertente commedia Up In Mabel’s Room (Nella camera di Mabel, 1926) con la regia di E. Mason Hopper e la brillante interpretazione di Marie Prevost. L’attrice di origine canadese ha il ruolo di una giovane signora alla moda che vuole riconquistare a tutti i costi il bel marito da cui aveva divorziato. All’origine di tutto l’acquisto di un babydoll che genera equivoci dal tono talvolta malizioso, come lo spogliarello inscenato da Mabel, rigorosamente celata da un paravento, mentre l’ex marito è intrattenuto da una sua spasimante. Il film ebbe grande successo e una nota marca di lingerie lanciò una grande campagna pubblicitaria riempendo le boutiques americane con sagome di Mabel in babydoll. La nuova partitura musicale è composta da Gunter Buchwald anche alla guida della Zerorchestra.
E parlando di dive, anche il programma di giovedì 6 ottobre prevede Norma Talmadge (alle 9.00 al Teatro Verdi), l’attrice cui è dedicata la retrospettiva che vuole rimediare al totale oblio di decenni intorno alla sua figura.
The Sign On The Door (Il segno sulla porta, 1921) di Herbert Brenon, è un melodramma tratto da un successo di Broadway, mentre dell’adattamento della celeberrima La signora delle camelie, portata sullo schermo nel 1927 da Fred Niblo con Norma Talmadge nel ruolo di Marguerite Gautier, rimane solo un frammento di 11 minuti proveniente dalla Library of Congress.
Incompleto è anche, e purtroppo, perché quello che ci resta è di grande interesse, Graustark (La principessa di Graustark, 1925) un film ponte tra le rassegne Ruritania e Norma Talmadge (alle 14.00, sempre al Teatro Verdi).
Se nei film britannici l’eroe che risolveva le situazioni ingarbugliate dei folcloristici e rissosi staterelli balcanici, individuabili dietro l’immaginario paese di Ruritania, è pur sempre un gentleman, l’approccio di Graustark è più democratico perché il protagonista è una persona comune. Questo consentiva al pubblico di immedesimarsi nella storia e immaginare che anche il sogno di sposare un nobile o un reale poteva avverarsi. L’interpretazione della Talmadge è particolarmente convincente diretta benissimo da Dimitri Buchoewetzki che sfrutta con abilità le bellissime scenografie tra le quali spicca un magnifico giardino Art Dèco. In un piccolo ruolo compare anche la giovanissima Joan Crawford quando ancora si faceva chiamare Lucille LeSueur.
Le Giornate del Cinema Muto iniziano una serie annuale di conferenze dedicate al tema dei costumi nel cinema muto. Ad inaugurare questa iniziativa, giovedì 6 ottobre alle 17.15 al Teatro Verdi, è la storica della moda Michelle Tolini Finamore presentata da Deborah Nadoolman Landis, costumista di film di grande successo come The Blues Brothers e Indiana Jones. Lo spunto di quest’anno è offerta proprio dai film di Norma Talmadge attraverso i quali si analizzerà la storia della moda e dei costumi nel cinema delle origini.
Il programma online, su MYmovies, propone alle 21 The Runaway Princess (Priscillas Fahrt ins Glück) (1929) di Anthony Asquith.
Il programma completo su www.giornatedelcinemamuto.it.