Mai così numerosi come quest’anno, i “maestri” si affacciano sin dall’apertura, affidata all’anteprima italiana del nuovo film di un autentico mito della storia del cinema, Terrence Malick: girato interamente in Europa, LA VITA NASCOSTA – HIDDEN LIFE (presentato in concorso all’ultimo Festival di Cannes, e nelle nostre sale dal 9 aprile distribuito da The Walt Disney Company Italia) racconta la storia vera di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che – richiamato alle armi durante la Seconda guerra mondiale – rifiutò di giurare fedeltà a Hitler, e per questo fu condannato a morte nell’agosto del 1943. “Un film – spiegano i direttori artistici del TsFF – che ci riguarda da vicino, non solo in senso geografico, e che dopo alcune opere molto intime riporta l’autore di La sottile linea rossa a misurarsi con la Storia del Novecento”.
A chiudere il festival sarà invece Corneliu Porumboiu, uno dei nomi più eccentrici emersi dalle file del cosiddetto “nuovo cinema rumeno”: ambientato tra Bucarest e le Canarie – più precisamente La Gomera, l’isola che in originale dà il titolo al film – il suo FISCHIA! (prossimamente nelle sale italiane con Valmyn) è un noir insolito e sorprendente, che reinventa tutti gli archetipi del genere (il poliziotto corrotto, la femme fatale irresistibile) con un gusto e un umorismo personalissimi. Non deve stupire, quindi, il calore con cui il film è stato accolto dalla critica internazionale l’anno scorso a Cannes, e l’attesa per la masterclass aperta al pubblico che Porumboiu terrà a Trieste.
Nucleo centrale del programma si confermano i tre concorsi internazionali dedicati a lungometraggi, cortometraggi e documentari: a decretare i vincitori, ancora una volta, sarà il pubblico del festival.
Undici i film, tutti in anteprima italiana, che compongono il Concorso internazionale lungometraggi. La (im)mobilità sociale dell’Europa di oggi, fatta di migranti economici che attraversano il continente, è tra i temi centrali: dalla Brexit vissuta sulla propria pelle dai protagonisti bulgari di KOT W SCIANIE (Un gatto nel muro / Cat in the Wall) di Mina Mileva e Vesela Kazakova, già in concorso a Locarno, a NECH JE SVETLO (Che sia fatta luce / Let There Be Light) di Marko Škop, dove un muratore slovacco di ritorno a casa dalla Germania scopre l’affiliazione del figlio ad un gruppo paramilitare; e ancora l’OLEG di Juris Kursietis, macellaio lettone che a Bruxelles cerca un buon salario e trova la criminalità polacca; altrove la prospettiva è più intima, persino “spietatamente” intima, come dimostra IVANA CEA GROAZNICĂ (Ivana la Terribile / Ivana the Terrible) in cui la regista e attrice Ivana Mladenović mette in scena – e in gioco – le proprie vere fragilità, e i sentimenti sono al centro anche dell’emozionante trittico amoroso del serbo ASIMETRIJA (Asimmetria / Asymmetry) di Maša Nešković, del viaggio di un padre e un figlio in lutto nel bulgaro BASHTATA (Il padre / The Father) di Kristina Grozeva e Petar Valchanov, del matrimonio giunto (forse) al capolinea in MONȘTRI. (Mostri. / Monsters.) del rumeno Marius Olteanu, dell’amore clandestino raccontato dalla russa Larisa Sadilova in ODNAŽDY V TRUBČEVSKE (C’era una volta a Trubčevsk / Once in Trubchevsk), del dolore vissuto da un intero villaggio per la scomparsa di OROSLAN, girato dallo sloveno Matjaž Ivanišin.
Per finire, due grandi ritratti femminili: LILLIAN dell’austriaco Andreas Horvath, il lungo viaggio di un’emigrante bloccata a New York per tornare in Russia, un road movie – liberamente ispirato alla straordinaria storia vera di Lillian Alling – che si fa cronaca di una lenta sparizione; e ZANA di Antoneta Kastrati, che nel Kosovo di oggi riflette sui traumi della guerra e su una società patriarcale che ancora condiziona pesantemente la libertà delle donne.
Molte anche le proposte Fuori concorso, spesso all’insegna del genere: due “polar”, il crepuscolare HEIDI di Cătălin Mitulescu, l’ultimo caso di un agente alla vigilia della pensione che nella periferia di Bucarest deve trovare due prostitute disposte a testimoniare in un caso di mafia, e il corale V KRAG (La ronda / Rounds) di Stephan Komandarev, che intreccia le storie di tre squadre di polizia di pattuglia nella notte di Sofia. Due commedie: l’italiano PARADISE UNA NUOVA VITA di Davide Del Degan (presto nelle sale distribuito da Fandango), dove un errore burocratico riunisce tra le nevi del Friuli, con esiti inattesi e paradossali, un testimone di giustizia sotto protezione e il killer di mafia contro cui ha testimoniato; e la prima “commedia zombie” balcanica, POSLJEDNJI SRBIN U HRVATSKOJ (L’ultimo serbo in Croazia / The Last Serb in Croatia) di Predrag Ličina; infine, due opere prime: ZGODBE IZ KOSTANJEVIH GOZDOV (Storie dai boschi di castagne / Stories from the Chestnut Woods) di Gregor Božič, che mescola suggestioni letterarie (Cechov e le fiabe della Slavia veneta) e fascinazione per luoghi dimenticati (le Valli del Natisone, al confine tra l’Italia e l’odierna Slovenia), e MOI DUMKI TICHI (I miei pensieri sono silenziosi / My Thoughts Are Silent) dell’ucraino Antonio Lukič, che si muove tra dramma e commedia per raccontare l’ultima chance del giovane Vadym di lasciarsi alle spalle tutto e trasferirsi in Canada.
E.L.