In un’affollatissima serata di festa, ieri sera al Cinema Rosebud di Reggio Emilia è stato presentato l’esito del workshop condotto da Ado Hasanovic e sono stati proclamati e proiettati i cortometraggi premiati. Ecco i nomi.
«Una vera festa del cinema, dell’arte e della gente»: Alessandro Scillitani, direttore artistico del Reggio Film Festival, sintetizza con soddisfazione la serata, avvenuta ieri sera al Cinema Rosebud di Reggio Emilia, che ha chiuso l’edizione numero diciotto di una manifestazione sempre più partecipata sia a livello locale che internazionale.
Ecco i cortometraggi premiati, categoria per categoria.
Il Primo Premio Giuria Internazionale è stato assegnato a All Inclusive di Corina Schwingruber Ilić (10′, Olanda, 2018), con la seguente motivazione: «La regista usa il micro/macro cosmo del turismo di massa in sofisticati container galleggianti come metafora sociale e, con ironia ed ammirevole distacco, ci coinvolge in una radiografia della assurdità e della superficialità dell’edonismo consumista che definisce il nostro tempo. Senza mostrare nulla di più del necessario e con un notevole senso della fotografia e della composizione, il film centra con precisione l’essenza del proprio intento».
Il Premio Giuria Popolare, attribuito dal pubblico in sala, è andato a Skin di Guy Nattiv (20′, USA, 2018).
Tri Sestri di Svetlana Andrianova (8′, Russia, 2019) si è aggiudicato il Premio SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani) – Gruppo Emilia Romagna/Marche, presieduto da Catia Donini, Gianpiero Ariola e Claudio Gaetani, «per aver raccontato nella forma dell’animazione una storia semplice ed emozionante utilizzando con grande efficacia gli elementi più propri del linguaggio cinematografico, trasmettendo originale ironia, drammaticità e senso di poesia».
Triplice riconoscimento per la sezione Liberazioni Creative – donne libere da ogni forma di violenza. Primo classificato è risultato Se gli oggetti potessero parlare di Marta Ascari ed A.Eugen Bonta, cortometraggio che «restituisce una sintesi efficace dell’origine culturale, e non episodica o patologica, della sopraffazione maschile sulle donne». Secondo posto a Fanculo di Marco Vivaldi, opera che «invita a riflettere su quanto la misoginia sia stata interiorizzata tanto dagli uomini quanto dalle donne, quanto sia allora difficile prenderne coscienza e fare scelte coerenti con le parole che si usano per condannarla». In terza posizione si colloca Deforme di Camilla Di Bella: «Il corpo, il piacere sessuale, la maternità, la famiglia: sfruttando la potenza dell’immagine, in un gioco di specchi, questo corto mostra la “trasformazione” o meglio la deformazione che questi aspetti del femminile subiscono attraverso la lente del pregiudizio e delle aspettative sociali».
Il Premio Social è stato assegnato a Cosa vedi? di Alex Isabelle mentre Iniziativa Laica, d’intesa con il Reggio Film Festival, ha attribuito il Premio per una estetica della Laicità ex aequo a due cortometraggi: Relicious di Eugenio Villani e Raffaele Palazzo (Italia, 2019) e Eutanazija di Joško Marušić (Croazia, 2018) con le seguenti motivazioni: a Relicious «per avere analizzato, con originale levità e tono divertente (anche se a tratti inquietante) il tema dell’approccio dell’intellettuale con le innumerevoli forme di religione in cui si articola la presunta esigenza dell’umanità di affermare l’esistenza di un dio e/o di una vita ultraterrena»; a Eutanazija per evidenziare «tutte le contraddizioni e le ipocrisie dei sostenitori della “sacralità della vita”, che pretendono di imporre le proprie convinzioni a discapito dell’autodeterminazione dei singoli».
Altri riconoscimenti: Il Premio FEDIC è andato a Bautismo di Mauro Vecchi (18′, Italia, 2019); il Premio Chierici, assegnato dagli studenti dell’omonimo Liceo di Reggio Emilia, a Skin di Guy Nattiv (20′, USA, 2018); il Premio Family a Athleticus: Salle D’entrainement di Nicolas Deveaux (2’15”, Francia, 2018); il Premio UNIMORE ex aequo a Inanimate di Lucia Bulgheroni (8′, Italia, 2018) e a Selfies di Claudius Gentinetta (4′, Svizzera, 2018), con una menzione speciale a 2nd Class di Jimmy Olsson (13′, Svezia, 2019); il Premio Energee3 a Eternity di Anna Sobolevska (24′, Ucraina, 2018); il Premio Sound (per il miglior uso del suono nei cortometraggi) a All Inclusive di Corina Schwingruber Ilić e il Premio USAC (University Studies Abroad Consortium) a November 1st dell’inglese Charlie Manton (peraltro ospite al Festival) «per la scelta del regista di descrivere una madre sofferente in cerca di vendetta e il modo in cui la sua sete di giustizia compromette la relazione con la figlia».