Il documentario “TRANSATLANTICO REX – NAVE N° 296” (Italia, 2017, 58′)
di Maurizio Sciarra, prodotto da BlueFilm con Istituto Luce Cinecittà,sarà proiettato a Trieste al cinema Ariston nella serata di giovedì 17gennaio alle ore 18.30 e ore 20.30 alla presenza dell’autore;
l’incontro con il pubblico delle ore 20.30 vedrà la presenza delregista Maurizio Sciarra e dello storico della navigazione Maurizio Eliseo, e sarà moderato dal giornalista e scrittore Pietro Spirito (Il Piccolo).
Il documentario ripercorre la storia del REX, il transatlantico più famoso e ricco di leggenda della marina italiana. Simbolo dell’Italia fascista, campione di velocità nella traversata atlantica, la nave che ha rivoluzionato il modo di viaggiare per mare, aprendo la strada al moderno concetto di crociera. Una storia indagata attraverso testimonianze dirette, il racconto di esperti e appassionati per ricostruire la storia e la leggenda intorno alla breve vita della
nave, dal primo viaggio nel 1932 all’affondamento per mano degli alleati nel 1944, e all’eco del suo mito che ancora emerge nell’industria e nel costume italiani (un esempio su tutti in“Amarcord” di Federico Fellini).
Informazioni sul sito web www.aristoncinematrieste.it e sulla pagina
facebook cinema.ariston.trieste
Info:
La Cappella Underground
Piazza Duca degli Abruzzi n.3 – 34132 Trieste
tel 040 3220551 – fax +39 040 9673002
[email protected] – www.lacappellaunderground.org
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Transatlantico Rex – Nave n. 296
Un film documentario di Maurizio Sciarra
Prodotto da Blue Film con Luce Cinecittà
Distribuzione : Istituto Luce Cinecittà
Note di regia
L’ Italia è paese circondato dal mare, con una lunga tradizione di navigazione. Ma non racconta storie di mare.
Questa è l’occasione per ricordare uno dei vanti della nostra cantieristica, e far rivivere il mito di quel Transatlantico, il Rex,che, vincitore del Nastro Azzurro nell’agosto del 1933, rimase nell’immaginario collettivo per decenni, come simbolo di modernità,velocità, innovazione industriale. Tanto da essere evocato nel capolavoro di Fellini, Amarcord, evocato come un’apparizione a cui affidare i propri sogni di cambiamento, le proprie speranze nel futuro.
Il Rex rappresenta ancora uno dei vanti di quel settore dell’industria pesante italiana che è stata e continua ad essere la cantieristica, un settore che ciclicamente sembra entrare in crisi, per poi risorgere
più forte che prima.
Alla nave associamo un periodo storico, quello dei grandi viaggi verso l’America, che ci piace ricordare con i fasti dei saloni da ballo, e con le dure immagini dei “ponti di terza classe”. Una metafora della divisione in classi, della loro separatezza, ma anche della convivenza, della voglia di viaggiare per conoscere terre e popoli diversi, non soltanto per emigrare. E questa metafora viene mostrata attraverso i diversi servizi di piatti e bicchieri, diversi per ogni
classe della nave, raccolti da uno dei maggiori mercanti e collezionisti di reperti del Rex, Fausto Carletti.
Un film su di una nave affondata da un bombardamento alleato l’8 settembre del 1944, dopo solo otto anni di attività, era compito difficile. C’era, alla base, il magnifico materiale di repertorio dell’Istituto Luce, che comincia con filmati muti, per giungere fino alla rappresentazione della ricchezza e modernità di una nave che era
divenuto il simbolo dell’Italia fascista. Ma mancavano testimoni diretti. Ma il lungo lavoro di ricerca e la rete di appassionati della storia del Rex ci ha portati a conoscere l’ultimo testimone vivente
del primo viaggio verso l’America: Domenico Starnini, intervistato quando aveva quasi cento anni, che ci ha raccontato l’esperienza di un ragazzo di sedici anni che dalla Liguria scopre New York nel 1931, facendo il lift negli ascensori che legavano ponti e classi sociali.
Il film si avvale della collaborazione del dott. Maurizio Eliseo, uno dei massimi esperti della storia navale italiana, che ha al suo attivo ben due pubblicazioni sul Rex, nave a cui è indissolubilmente legata
la sua storia.
Altri testimoni ci fanno entrare nel racconto della nave, e della navigazione italiana, che in quel periodo ebbe il suo momento forse più alto. Ma sono le immagini di quel che resta della nave, sopra e sotto l’acqua, a restituirci un’epoca, un mito, un modo di vivere.
Con questo film ho voluto ripercorre un pezzo della storia italiana colpevolmente dimenticata. Ho voluto raccontare una storia di mare e di navigatori, ho voluto ricostruire i modi di vita, i sogni, le speranze di chi si affidava al Rex per raggiungere il nuovo mondo,attraverso oggetti e tecnologie che ci rimangono intoccati nel tempo.
E che contribuiscono ancora oggi a farci sognare di poter attraversare l’Atlantico non su di un veloce aereo, ma su di una nave, un grande albergo galleggiante, che ci rende consapevoli del tempo e della distanza che ci separano da un continente per noi divenuto finalmente familiare.
Maurizio Sciarra
Andrea Forliano