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TRIESTE FILM FESTIVAL -17/22 gennaio 2014- PREMIO CORSO SALANI: I FINALISTI

Giunto alla quarta edizione, il Premio Corso Salani sarà attribuito nel corso della 25a edizione del Trieste Film Festival. 

Il Premio è riservato a opere italiane indipendenti e low budget – nello spirito del cinema di Corso Salani, scomparso nel 2010 –in corso di realizzazione, ed è inteso come contributo al completamento dell’opera vincitrice sia attraverso un servizio di tutoring da parte dell’Associazione sia attraverso un finanziamento pari a 8.000 euro. Al Premio possono partecipare sia produzioni indipendenti che cineasti impegnati in progetti “autoprodotti”. 

Negli anni scorsi i vincitori sono stati Palazzo delle Aquile di Stefano Savona (2011) e Materia oscura di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi (2012).  Arctic Spleen di Piergiorgio Casotti e Il mondo di Nermina di Vittoria Fiumi, che hanno vinto ex aequo il premio nel 2013, verranno proiettati in anteprima assoluta durante il Trieste Film Festival 2014.foto lavoro 2

Il comitato di selezione, composto da Chicca Bergonzi, Maurizio Di Rienzo, Grazia Paganelli, Monica Rametta e Massimo Causo, ha decretato 5 finalisti:

Frastuono di Davide Maldi e Lorenzo Maffucci (regia di Davide Maldi); un film-documentario sulla musica come “romanzo di formazione” e su una generazione di giovani che tentano di guardare fuori dalle proprie stanze. E’ la storia di due ragazzi, Iaui eAngelica. Iaui vive sull’Appennino tosco-emiliano, è nato e cresciuto in una comunità montana autogestita: un ragazzo dei boschi che si nutre di musica sognando di diventare dj nei rave di psy-trance in giro per il mondo. Angelica, giovane eremita punk-rock della piana, cerca di tirarsi fuori dalla testa, in qualche modo, un’idea di musica. La vita di questi adolescenti è fatta di alternanze non sempre prevedibili, di tempi morti, di attese infinite prima di arrivare a un’improvvisa accelerazione.

Storie del dormiveglia di Luca MagiÈ una notte come tante nel dormitorio. Tutto tace, qualche colpo di tosse, qualcuno russa, qualcuno parla nel sonno in una lingua sconosciuta: l’operatore scruta i monitor collegati alle telecamere di sorveglianza, poi si alza e controlla le camerate. Avanza con una pila, illumina i volti e i corpi delle persone addormentate. Dal buio emergono volti in cui sono disegnate espressioni placide da bambini. Sono uomini e donne…Gennarino, Paul, Andrej, Fabio, Leo, Adrio, Tadeus, Lacri, Marko, Bianca, Pasquale, Alì, Marian, Tarak. Renzo, Khteri, Carmine. Affiorano nell’oscurità per poi scomparire e perdersi in nuove giornate di divagazioni e derive, come se queste stesse giornate altro non fossero che il prolungamento onirico dei loro sonni.

Let’s go di Antonietta De Lillo e Giovanni Piperno; Luca Musella, fotografo, operatore, scrittore, oggi esodato professionalmente ed emotivamente, ripercorre la propria vita in un testo-lettera da lui scritto e un viaggio reale e ideale attraverso l’Italia. Il protagonista, insieme alle figure che popolano il suo mondo, diventa portavoce di una condizione universale, in un linguaggio sempre in bilico tra l’immediatezza dell’azione e la profonda riflessione affidata alla parola scritta.

Materia oscura.1Nello di Alessandra LocatelliIl film è la storia di una libertà. E’ un ritratto intimo di un uomo di cinquant’ anni che ha trasformato la sua fragilità in un modo di vivere libero e semplice, costruendo attorno a sé un mondo, un caleidoscopio di sensibilità e purezza. Racconta la storia di Nello, di una vita vissuta nella mancanza di una famiglia, di una cura, di un’attenzione, di un ragazzo ora diventato un uomo, ma emotivamente rimasto in quell’indeterminatezza dell’adolescenza, fuori dalle regole, dagli schemi della società.

Voglio dormire con te di Mattia ColomboIn un contesto precario come quello degli ultimi anni, siamo definitivamente usciti dalla generazione della sicurezza diffusa e della fiducia verso le cose future. Impotenti e sospinti da poteri che sembrano decidere al posto nostro delle nostre vite, viviamo tutto, anche le relazioni, in uno stato d’emergenza permanente. Nelle storie private non riusciamo mai a essere sicuri di chi e di che cosa consideriamo importante, e le nostre convinzioni sono sempre più passeggere e fragili. Anche nei letti degli altri a volte ci sentiamo un po’ precari, tranne forse quando siamo invitati a dormirci. Perché dormire è un po’ come fermarsi, come stare. Tre coppie nel film si mettono a nudo per condividere le esperienze più intime, raccontare cos’è l’amore oggi, quali declinazioni assume e quali compromessi impone per superare il rischio della solitudine.

www.triestefilmfestival.it   www.corsosalani.it

 

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