Ha il volto e la presenza carismatica di Mary Nolan, diva degli anni ’30, l’icona della XVIII edizione de I Mille Occhi, Festival del Cinema e delle Arti, tra i più interessanti festival di ricerca sul territorio nazionale ed europeo, in programma dal 13 al 18 settembre al Teatro Miela a Trieste.
Ogni anno I Mille Occhi sceglie una figura emblematica, che possa trasmettere la fascinazione per il cinema: nel 2019 l’icona è Mary Nolan in una foto di scena del film di Tod Browning Outside The Law (1930) che concentra sensazioni e sentimenti, unisce magnetismo e fortissima presenza fisica e attoriale insieme a una componente orrorifica ed un grande fascino femminile. E questa icona è anche una sfida al destino di quest’attrice, che come un’eroina ante litteram del #MeToo denunciò un produttore per maltrattamenti e si giocò così la carriera nel cinema.
Il festival internazionale del cinema e delle arti I Mille Occhi si realizzerà – in una XVIII edizione dal titolo rosselliniano La Macchina Ammazzacattivi – grazie alla convinzione e alla tenacia dell’Associazione Anno uno, di un magnifico gruppo di collaboratori locali, nazionali e internazionali, degli interlocutori che lo ritengono indispensabile, a cominciare da un pubblico sempre più convinto e attivo. Con un minimo di contributi pubblici, ancora in via di precisazione, il festival sa di dover svolgere anche un ruolo di supplenza di un servizio pubblico, intervenendo sul terreno, essenziale per le future generazioni di spettatori, della ricerca artistica, della conoscenza diffusa, della formazione di professionalità che nascano dalla convinzione.
I percorsi del festival, 11 quest’anno, sono il frutto di preziosissime partnership: in primis quella con la Cineteca del Friuli, archivio regionale di rilievo internazionale, ma anche gli ulteriori archivi cinematografici nazionali partecipano alla ricerca del direttivo del festival: il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale di Roma, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la Cineteca Italiana di Milano e la Cineteca di Bologna, insieme ad altri archivi e istituzioni italiani ed europei, tutti forniscono numerose opere che vanno a comporre il programma festivaliero 2019.
I Mille Occhi, tra le prime anticipazioni, annuncia l’importante personale completa dedicata all’eccellente e molto poco conosciuto documentarista Franco Piavoli, con delle opere di altissimo valore in termini etici ed estetici. Il regista de Il Pianeta Azzurro (1982) – un capolavoro come lo definì Tarkovskij – sarà a Trieste con le copie originali dei suoi film e terrà un incontro-lezione coordinato da Cecilia Ermini. Al regista verrà anche consegnato il Premio Anno Uno, unico e prestigioso riconoscimento del Festival a un preminente cineasta del nostro tempo.
Oltre a questa prima anticipazione, il direttore artistico Sergio M. Grmek Germani
annuncia anche la proiezione di una delle più belle produzioni girate nel Friuli Venezia Giulia: Maria Zef (1981) di Vittorio Cottafavi. Il film, recentemente restaurato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino insieme alla Cineteca del Friuli, verrà proiettato nell’originale formato in copia 35mm subito dopo essere presentato in file digitale alla Biennale Cinema a Venezia, ciò in linea con la scelta generale del festival di proiettare i film sempre nel loro formato originale: digitale quando nati in digitale, in pellicola quando nati in pellicola. La proiezione a I Mille Occhi sarà in coordinamento con il Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Cineteca del Friuli. Altra presenza importante è quella del regista austriaco Peter Schreiner e il suo sguardo sui popoli e paesi italiani a cui il critico Olaf Möller sta dedicando una rassegna personale completa a Vienna. Entrambi, regista e curatore, saranno presenti a Trieste e accompagneranno la proiezione de I Cimbri e Bellavista.
Ulteriore tassello di questa XVIII edizione sarà l’incontro con la giornalista e critica cinematografica Marina Silvestri che a Trieste presenterà la sua indagine su Anna Gruber, segretaria di edizione dei tre film del percorso Germogli, Il trittico lacerato di Pietro Germi – Il ferroviere, L’uomo di paglia, Un maledetto imbroglio – oltre a un’anticipazione del suo volume sui progetti cinematografici irrealizzati di Linuccia Saba, figlia del noto poeta triestino.
E tra le prime anticipazioni viene annunciato anche il Piccolo omaggio al grande genio di Laurel & Hardy con alcune delle loro pellicole più esilaranti nel doppiaggio italiano di Zambuto & Sordi.