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DA OFF-OFF BROADWAY AL RESTO DEL MONDO: TROCKS!!!

Martedì 13 marzo, dopo 2 anni, al Politeama sono ritornati i Trocks, nomignolo affettuoso che migliaia di ammiratori preferiscono al più altisonante “Les Ballets Trockadero de Monte Carlo”: l’ensemble di balletto classico en travestì che dal 1974 entusiasma e diverte il pubblico di tutto il mondo. L’altra sera il divertimento è iniziato ancor prima che si aprisse il sipario: è tradizione infatti che a precedere lo spettacolo , una voce dal vago accento dell’Est dia alcune notizie per -finte-sostituzioni di questa o quella “signorina”, citando nomi chiaramente falsi, tutti di origine russa e qualche italiano di sapore ottocentesco perchè fu quella l’epoca di fulgore di talenti della danza, in entrambi i Paesi . Curiosità: se alcuni di questi nomi vengono letti all’inglese, se ne possono capire i reali significati scherzosi come, ad esempio: Marina Plezegetovstageskaya diventa” Please get of stage” più il suffisso -skaya che corrisponde al genitivo sassone. Dopo aver avvertito dell’inserimento di due coreografie fuori programma, l’annuncio si è concluso così “Siamo felici nel potervi comunicare che tutte le signorine sono di ottimo umore!” diffondendo la stessa buona predisposizione al numerosissimo pubblico.

Il II atto de” Il lago dei cigni” di Tchaikowskji ha convinto a cominciare dalla protagonista Odette -alias Lariska Dumbchenko/Raffaele Morra : tecnica di”punte”molto forte , virtuosismi di repertorio rispettati e grande padronanza della scena con una mimica efficacissima. Anche il “Pas de quatre” ha conquistato con interpreti spiritose e convinte…certo, il fatto che tra loro ce ne fosse una alta quasi 1 metro e 90, con petto villoso che spuntava tra le piume e un probabile 45 di “scarpetta”, rendeva ancor più improbabile un titolo-meno usato- che questa coreografia possiede, cioè “Danse des petits cignes”! Dopo il primo dei due intervalli ecco un passo a due poco conosciuto tratto da “Fiamme di Parigi” di Vainonen1932, molto tecnico e ben eseguito specie dalla “ballerina” mentre il partner è sembrato meno pulito, specie nei tours. A seguire, “Patterns in space” di Cunningam dove la parodia ha soprattutto riguardato i due “musicisti” che, dal vivo , in modo molto serioso e convinto suonavano qualsiasi oggetto e materiale, fino a produrre persino dei gargarismi su cui i 3 interpreti eseguivano la coreografia.

Anche il successivo “cavallo di battaglia” dei Trocks il “Grand pas de quatre” ideato da Jules Perrot nel 1845 per le quattro più osannate ballerine dell’epoca, ha coinvolto e divertito il pubblico. Ma ecco l’atteso “Morte del cigno” per il quale vorrei chiarire finalmente un’ errata credenza: questa coreografia ,e tanto più la partitura musicale che la caratterizza, nulla ha a che fare con il suddetto “Lago dei cigni” (Tchaikowskji-1877 ) essendo un brano tratto da “Il carnevale degli animali” di Saint-Saens nel 1901 e coreografato da Fokine per la grande Anna Pavlova, nel 1905. L’esecuzione di martedì è stata impeccabile, estremamente ironica sottolineata da braccia sinuosissime e leggiadre con gran profusione di piume sparse in ogni dove ; purtroppo non sono in grado di fornire il nome dell’interprete che era talmente “bella” da far dubitare potesse essere un maschio! Devo dire che ,data la caratteristica di parodia dei Trocks, bella lo era fin troppo tanto da farmi rimpiangere il dinoccolato, grottesco, allampanato e straordinario Paul Ghiselin-alias Ida Nevasayneva (trad. Mai-dire-mai)- che non faceva parte, purtroppo, del cast presente. Infine, la suite da “Paquita”, meno ricca di siparietti comici ma strabordante di variazioni , tecnica e virtuosismi ben eseguiti, con musicalità e ottimo insieme .

Serata brillante e riuscita ma vorrei omaggiare , in finale, proprio il pubblico del Rossetti: non è sempre facile distinguere la classe, la difficoltà dei passi da eseguire per chi ballerino non è, specie in un contesto dove tutto sembra scanzonato e divertente; invece questo pubblico ci è riuscito in modo intelligente, applaudendo con cognizione, ridendo e facendo il tifo solo nei giusti risvolti. E, soprattutto, rarissimi quelli che, una volta chiusosi il sipario, ancora al buio tra gli appalusi che chiamano l’ensemble per il giusto omaggio finale, si sono alzati per scappare…(Dove? Me lo chiedo sempre..). E’ il momento che gli Artisti attendono di più (credetemi): poter vedere bene il loro pubblico, finita la finzione e goderne la soddisfazione piena. Come è stato per i favolosi Trocks!

Cynthia Gangi

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