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Domani 13 febbraio 2014 Barbareschi a Gorizia con “Il discorso del re” TEATRO VERDI

La commovente storia di Giorgio VI, portata nel 2010 anche sul grande schermo da Tom Hooper – approda al Teatro Verdi di Gorizia: domani, giovedì 13 febbraio alle 20.45 approderà sul palco del capoluogo isontino “Il discorso del re” di Luca Barbareschi, che oltre a interpretare il logopedista australiano Lionel Logue cura anche la regia dello spettacolo.
La commedia è ambientata nella Londra regale, a cavallo tra gli anni Venti e Trenta, ed è centrata sulle vicende di Albert, secondogenito balbuziente del Re Giorgio V, interpretato da Filippo Dini. Dopo la morte del padre, il timido e complessato duca di York non sarebbe dovuto salire al trono d’Inghilterra. Il primogenito era infatti Edoardo, che divenne sì re ma che, per amore di Wallis Simpson, abdicò neppure un anno dopo: a Bertie, o meglio ad Albert Frederick Arthur George Windsor, toccò il peso della corona, indicato sovrano con il nome di Giorgio VI. Un uomo atipico che fu re molto amato dal popolo, legato da vero amore alla moglie, la volitiva Elisabetta Bowes-Lyon (nella commedia in scena a Gorizia interpretata da Astrid Meloni), e che si portava appresso un fardello di costrizioni infantili e un bisogno di affetto difficili da trovare nell’anaffettiva coppia di genitori regali. Un’insicurezza che si esprimeva attraverso una balbuzie invalidante e impossibile da gestire nei numerosi e imbarazzanti discorsi pubblici cui era tenuto. In più, Giorgio VI si trovava a essere la voce del e per il popolo britannico in un momento difficile della storia, alla vigilia del secondo conflitto mondiale.Luca Barbareschi_Lionel Logue_Il discorso del re_DSC_4831 copia
Per superare il proprio difetto, venne portato dalla moglie in visita dal logopedista australiano Lionel Logue, dai metodi anticonformisti, capace di sondare le anime e di medicarle: attore mancato per eccessiva enfasi, insegnò al Duca di York come superare l’incubo di parlare in pubblico. Logue pretese subito il “tu” dal reale e sottopose il futuro re ad una cura che attingendo al laboratorio teatrale quanto alla seduta psicanalitica gli permise di salire sul trono. Una commedia umana, sempre in perfetto equilibrio tra toni drammatici e leggerezza, ricca di ironia ma soffusa di malinconia, a tratti molto commovente, ma capace anche di far ridere.
Il film con Colin Firth, uscito nelle sale nel 2010, è stato premiato con quattro Oscar: in origine nasce però come testo teatrale, che sfrutta l’aspetto psicofisico della disarticolazione verbale per raccontare il rapporto tra il Paese colono e l’Impero, per cui sacrifica i propri figli in guerra. E dimostra come aneddoti nascosti nelle pieghe della storia possano elevarsi alla potenza dell’epica, se narrati con perizia e ritmo.
Comune di Gorizia
«E’ una bellissima storia sul senso di responsabilità e sulla dignità del ruolo – spiega Barbareschi, che ha portato il suo “Il discorso del re” in più di cinquanta teatri italiani -, anche quando tale ruolo non è atteso né desiderato, sulla solidarietà familiare e sulla forza di volontà che permette di superare ostacoli apparentemente insormontabili. Albert, è il minore dei figli di Giorgio V e soffre di una pronunciata balbuzie, che è il lascito di un’infanzia poco amata, trascorsa nelle mani di una bambinaia che lo detesta, mortificata dall’imposizione di apparecchi ortopedici e dalla correzione del mancinismo. La balbuzie lo rende poco adatto al suo ruolo istituzionale in un’epoca in cui la radio comincia a modificare i rapporti fra il potere ed il popolo comune».
Prevendita e informazioni al Botteghino del Teatro Verdi, aperto dalle 17 alle 19 dal lunedì al sabato.

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