Venerdì 5 luglio l’Estate a Pordenone comincia ad animare il centro città a partire dalle 18.30 con diversi artisti che suonano in acustico in postazioni distribuite dal ponte di Adamo ed Eva fino a Piazzetta Cavour: Antonio Nasone, OneManPier, Mattia Cocco e Martæ.
Alle 21 al Museo di storia Naturale venerdì 5 luglio alle 21, prende il via la sezione estiva del Pordenone Music Festival di Farandola, ovvero i concerti dei vincitori del concorso Diapason d’oro, che ogni venerdì di luglio si svolgeranno nei musei e in latri luoghi culturali della città. Per questo primo appuntamento, protagonisti sono il chitarrista veneto Gianluca Gumirato e la violinista bolognese Ilaria Scopigno.
Gianluca Gumirato sin da giovanissimo si misura in numerosi concorsi vincendo il Concorso “Rospigliosi” di Lamporecchio nel 2013, l’ “International Guitar Competition” di Valle Bale (Croazia) nel 2017, il concorso “Giovani Musicisti” di Treviso e il “Premio di esecuzione musicale Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto nel 2018. Il suo programma prevede la sonata BWV 998 di J. S. Bach, Koyunbaba, op. 19 di Domeniconi e La Catedral di Barrios.
Ilaria Scopigno ha vinto diversi premi tra cui il Concorso Internazionale “Jan Langosz” di Bardolino, la sezione Musica da Camera al Concorso “Premio Crescendo” di Firenze, Primo Premio Assoluto al Concorso “Premio Lions Club” di San Giovanni in Persiceto, Primo Premio Assoluto al Concorso Internazionale “Un po’ di note” Città di Occhiobello. Vonce il Diapson d’oro per la seconda volta. Eseguirà la Sonata I in Sol Minore BWN 1001 – Adagio di J.S. Bach e la Sonata per Violino Solo in Re Maggiore op. 115 – Moderato – Andante (Tema e Variazioni) di Prokofiev.
Venerdì 5 luglio alle 21 sotto la Loggia del Municipio si conclude il ciclo di incontri “Donne chiacchiere e apertivi” realizzato dall’Assessorato alle pari opportunità assieme al Protocollo dei Comuni a margine della mostra Femmes 1900, in corso in Galleria Bertoia La serata. Arricchita da proiezioni e letture è dedicata all’incredibile storia di Nellie Bly, giornalista d’assalto e di cuore . Al centro del racconto – a cura dello studioso Valerio Marchi con letture di Alessandra Pergolese – c’è l’avvincente figura di Nellie Bly, pioniera del giornalismo d’inchiesta e figura di spicco nell’emancipazione femminile tra Otto e Novecento. Verranno evidenziate le imprese da giornalista d’assalto (ma anche di gran cuore) di questo straordinario personaggio, che ancora pochi conoscono, ma che meriterebbe un posto di spicco nei libri di storia. Ad assumerla al New York World, fu Joseph Pulitzer. Successivamente, il «New York Journal», la incoronerà “migliore reporter d’America”.
Rompere il muro dell’indifferenza, combattere la disperazione con l’informazione e con uno sguardo diverso. Era questo l’ideale della maestra statunitense del giornalismo investigativo Elizabeth Jane Cochran (1864-1922), in arte Nellie Bly: simbolo dell’emancipazione femminile, trascinante, coraggiosa, insistente, un’affascinante “rompiscatole” capace di entrare nei casi su cui indaga anche con travestimenti degni di un agente segreto. Nellie Bly si butta nelle cose, le analizza e le combatte con tutta se stessa. Dichiara: «Non ho mai scritto una parola che non provenisse dal mio cuore, e mai lo farò». Forgia così una vita che supera la fantasia di tanti romanzi e film. Basti pensare alla missione in Messico oppure a quella nel manicomio femminile dell’isola di Blackwell, dove si fa rinchiudere fingendosi malata, per poi scrivere un reportage scioccante che porterà alla riforma degli istituti di cura mentale nello stato di New York
Continua poi con le inchieste e le avventure più ardite: le condizioni dei lavoratori e i loro scioperi, le discriminazioni di genere, la vergogna degli affitti nei quartieri per gli operai, la sorte dei bambini non desiderati, la vita negli istituti di carità, le corrispondenze dal fronte russo e serbo nella Grande Guerra, le campagne a favore di orfani e vedove. Tra le sue imprese anche il giro del mondo da sola. Nel 1889 dopo aver letto il Giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne, suggerì a Pulitzer di finanziarle il giro del mondo. Il 14 novembre 1899 Nellie Bly lascia New York e viaggia via nave, treno e a dorso d’asino. Il «New York World» pubblica ogni giorno i suoi articoli e un gioco dell’oca intorno al mondo per i lettori. Più di un milione di persone partecipa alla lotteria istituita da Pulitzer per indovinare l’attimo in cui Nellie avrebbe rimesso piede a New York.
Il 25 gennaio 1890 alle 15:51 migliaia di persone festeggiano la fine del viaggio e il suo record: in 72 giorni, 6 ore, 11 minuti e 14 secondi Nellie Bly ha completato il giro del mondo.
Rimasta vedova Robert Seaman, milionario industriale dell’acciaio prende le redini delle aziende: nelle sue fabbriche ci sono ambulatori medici e biblioteche, si fa attività fisica e corsi per insegnare agli operai a leggere e a scrivere. Nel 1914 è inviata di guerra dal fronte austriaco per il «New York Evening Journal» e racconta i corpi spappolati, i volti terrorizzati con grandi occhi infossati che la seguono ovunque sotto un’artiglieria incalzante e ossessiva, mentre lei scivola nel fango, coperta, come i soldati, con pesanti mantelli militari. Muore nel 1922 per una polmonite, a 57 anni.
Alle 21, nel convento di San Francesco, va in scena Molto rumore per nulla, una tragedia mancata, da William Shakespeare, adattamento e regia Lisa Moras. In scena i partecipanti al laboratorio permanente Spk Lab: Riccardo Bravin, Stefano Cantoni, Vanessa Cozzarin, Alfredo Grazioli, Elisa Maggio, Virna Maso, Andrea Morandini, Andrea Moschioni Fioretti, Alice Pessotto, Andrea Raffin, Emma Romano, Gianluigi Vettor