Se l’incipit perfetto di ogni favola è “c’era una volta…”, allora Filippo Timi,dal 21 al 30 Aprile 2015, racconta la sua “Favola” al pubblico del Teatro della Pergola di Firenze con un taglio universale ma contemporaneo:”C’era una volta una bambina. E dico c’era perché ora non c’è più».
In squadra con due attori di qualità indiscussa, i versatili e affidabili Luca Pignagnoli e Lucia Mascino sanno come usare cliché senza abusarne. La produzione Teatro Franco Parenti sostiene la scena in ogni dettaglio funzionale al titanico Timi, che intento a “resistere dietro la bugia di un sorriso”, gioca fra le vesti fru frù di una drammaturgia che non si prende mai troppo sul serio fra suoni dolci o aspri.
Uomo e donna Mrs Fairytale è un personaggio delizioso, con caratteri da film di Almodovar, si esprime in dialoghi a tratti ispirati a Karl Valentin, ma la sua forza è di essere vestita e denudata da quell’ attore italiano che elargirebbe personalità anche se restasse immobile.
“Ogni uomo è una trappola, alcuni sono trappole taglienti, altri pozzi vuoti, altri meravigliosi come un veleno irresistibile, ma di base, l’uomo ha l’omicidio nel cuore”. Il “lavoro dell’attore con se stesso” non diventa psicodramma, né catastrofe. Timi sa dosare ludus e tragĭcus , lo scavo è profondo, nulla resta in superficie se la performance nutre mente e cuore di chi assiste e chi recita. La quarta parete c’è se lo vuole, chi lavora con lui non può perdere la tensione strutturale che mescolata al gusto dell’imprevisto, fa del teatro la più grande metafora della vita.
Timi non si compiace, ma si vive. È diverso. Non fa della recita un mestiere, ma forma d’arte alla portata dell’umanità tutta.
Amore e rispetto per la donna è il messaggio chiaro di uno messinscena che fa riflettere dentro ritmi di risate piene.
” Nessuna favola è mai davvero una favola, perfetta, neppure Favola, perché, per quanto la bugia di un sorriso possa essere imbalsamata, la vita si presenterà ugualmente a bussare alla porta, carnosa, brutale, spietata. E nulla sarà mai più come prima.”
Anita Laudando