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Francesco Scarpa torna con due nuovi singoli e un videoclip per il sociale

Dopo una stagione musicale ricca di live Francesco Scarpa (aka Frà) torna a far parlare di sé nel panorama musicale nazionale e, naturalmente, con maggiore impatto nel triveneto grazie a tre belle novità. Da oggi sarà possibile scaricare da iTunes, Spotify, Vodafone Live e Nokia Store due nuovi singoli ed un videoclip. L’intero lavoro è frutto di un nuovo progetto nato dalla collaborazione con l’amico bassista Lorenzo Miatto, il nuovo chitarrista Nicola Polato ed il già noto batterista della band di Ligabue Robby Sanchez Pellati. Tutti pezzi indie, rigorosamente autoprodotti che, rispetto alle precedenti creazioni, portano suoni nuovi nel mosaico artistico di Francesco. Un progetto che, se vogliamo, tende al british pop e all’alternative rock, per poi far ritorno al pop italiano.

Il primo singolo “Cadere a terra” canta d’amore, di emozioni. Quando la fiamma della passione piano piano si abbassa e nasce la consapevolezza di un’inevitabile conclusione del rapporto. E allora si lotta, giorno dopo giorno, per rialzarsi e guardare avanti. Il secondo singolo, le cui sonorità spaziano dal post grunge al pop, è annesso al sociale e si intitola “Cosciente di essere qui”. Il gruppo ha deciso di devolvere l’intero ricavato a favore della O.N.L.U.S. trevigiana “Una mano per un sorriso – For Children” ( http://www.unamanoperunsorriso.net/), fondata nel 2010 da Paola Viola e Gigliola Barlese, con l’intento di seguire e sviluppare alcuni progetti umanitari rivolti alla difesa dei diritti dell’infanzia nel mondo.Francesco scarpa 01

Proprio per aiutare a diffondere il nobile messaggio, il gruppo ha lavorato sodo alla creazione di un videoclip. Alla regia il talentuoso e giovane regista Mattia Marzotto, che è riuscito a ricreare la giusta atmosfera grazie anche all’aiuto dell’attrice veneta Elisa Cuzzolin e alla fotografa Paola Viola. Quest’ultima in particolare ha contribuito eccezionalmente mettendo a disposizione alcune foto del suo portfolio “The street of my life”, Kenya”, immagini che raccontano alcuni momenti di un viaggio in Africa compiuto dalla stessa fotografa nel 2012. Fotografie e musica legate da un unico filo conduttore, che sembra voler ricordare alle nuove generazioni di crescere con una nuova coscienza, aperta a nuove opportunità senza tuttavia dimenticare le proprie origini. Il “nuovo inizio”, come ama chiamarlo Frà, è ormai cominciato. Per questo abbiamo pensato di dar voce a Francesco e alla sua band condividendo una breve chiacchierata.

Il videoclip in uscita sarà a sostegno della O.N.L.U.S. Trevigiana “Una mano per un sorriso – For Children. Francesco, non sei nuovo a progetti musicali legati al sociale (vogliamo ricordare la serata live dello scorso aprile al Vapore di Marghera a favore di Amnesty International). Come vivi questa sinergia?
Eh, in realtà, la vivo con un po’ di conflitto interno. Ho sempre evitato di parlare di sociale nelle mie canzoni poiché ho sempre avuto il timore di varcare quel “confine” dove l’azione fatta con il cuore diventa mezzo per guadagnare consensi altrui, altrimenti raggiungibili con una lunga fatica durante la propria carriera artistica. Chiarisco subito che al sociale ho sempre creduto. Ma ho visto pure molto spesso persone sfruttare per i propri fini questi gesti di umanità; oppure ho visto persone partire con una buona intenzione per poi lasciarsi “prendere la mano”. Diciamo che il pezzo era rimasto accantonato per questi motivi. Quando poi è avvenuto l’incontro con “Una Mano Per Un Sorriso”, vuoi per la trasparenza e semplicità di questa piccola ONLUS, vuoi che per me era arrivato il momento di parlarne, ho deciso di registrare “Cosciente di esser qui”. Da lì è nata l’idea di devolvere loro i ricavati del pezzo. Messa in questo modo la canzone, per come la vivo io, ha davvero senso di esistere. Però, quasi per rimarcare il concetto appena espresso, la prima critica che rivolgo in questa canzone è a me stesso. Mi domando cosa sarebbe accaduto se fossi nato dall’altra parte del mondo. Nessuno di noi è “Cosciente di esser qui”. Viviamo lamentandoci costantemente mentre, con un solo sguardo volto al di là del mondo, troveremo sbattute in faccia tutte le nostre fortune. Chiarisco sempre che il mio non è sicuramente un pezzo alla “Si può dare di più”, dove gli italiani cantano un ritornello come oche, mentre nemmeno sanno cosa stanno dicendo. Quando ti poni la domanda “Quando mai… quando mai… mi sono chiesto come mai, sono nato qui?”, devi per forza riflettere.

Uno sguardo al presente ed uno al passato: se potessi descrivere con alcune parole-chiave il tuo percorso musicale dal 2003, anno che ti ha visto nascere artisticamente, ad oggi, quali useresti e perché?
Uno specchio ostinato e volubile della mia realtà. Ostinato perché non ho mai voluto compromessi. A volte sbagliando, a volte colpendo nel segno, ho sempre voluto fare di testa mia. Però, in tutti i miei pezzi editi sino ad oggi c’è sempre stato il riflesso della mia anima. Volubile perché ho sempre creduto che, prima o poi, il rappresentare me stesso con la musica avrebbe preso una nuova strada, com’è accaduto ora.

Uno sguardo, invece, al presente. Vanti una collaborazione con Paola Tinchitella, nota scrittrice dell’underground romano (tra l’altro vincitrice del Premio Litorale) che ti ha avanzato la richiesta di musicare una sua poesia “La Supplica di Eva”. Quanto ha contato per te quest’esperienza?
È accaduto nel 2011. È stata una sfida all’inizio. Musicare il testo di qualcun altro non era mai stato nelle mie intenzioni. Volevo provare. Credo che un feeling artistico così bello come quello che si è instaurato con Paola sia una rara eccezione, difficilmente ripetibile. È stata una splendida esperienza, sia per la bellissima persona che ancora oggi ritrovo pensando a Paola che per la fusione perfetta di una delicatissima poesia con una canzone.

Qui è possibile scaricare il singolo: https://itunes.apple.com/it/album/id740502953?affId=1108120.

Vito Digiorgio

About Vito Digiorgio

Giornalista pubblicista iscritto all’Albo dei giornalisti dal 2013. Si è laureato all'Università di Udine con una tesi sulla filologia italiana. Collabora con alcune testate giornalistiche on line.

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