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Giovedì 19 marzo, alle 9.30, al Kinemax di Gorizia Donne al volante Anita Kravos e Rosa Oliva

A 13 anni sognava di fare la DJ. Poi è diventata un’attrice da Oscar. Nel film La grande bellezza, di Paolo Sorrentino, a cui è andata la statuetta per il miglior film straniero nel 2014, l’abbiamo potuta apprezzare nei panni dell’irascibile e provocatrice Talia Concept, artista “dal percorso accidentato, sofferto ma indispensabile”.

Anita Kravos, tra le più versatili e cosmopolite attrici italiane, giovedì 19 marzo alle 9.30 sarà a Gorizia, al Kinemax (in Piazza Vittoria, 41), ospite del primo incontro targato Donne al volante. Gli stereotipi sono un pericolo costante.

Il pericolo degli stereotipi? “Dai e dai, ci finiscono per sembrare un po’ veri” afferma l’attrice goriziana. E così, inevitabilmente, ostacolano (ancora) le donne nel mettersi pienamente al volante della propria vita. Lei dalla provincia è andata a Mosca per studiare all’Accademia teatrale russa Gitis. Protagonista del pluripremiato Come l’ombra di Marina Spada, ha ricevuto il premio LARA come migliore interprete per il film Alza la testa di Alessandro Angelini.L’incontro è organizzato nell’ambito del progetto Donne al volante, realizzato dalla casa editrice triestina Scienza Express edizioni e dalla giornalista Simona Regina, grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia (Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione, pari opportunità, politiche giovanili e ricerca).Anita Kravos si confronterà con una donna che ha segnato la storia delle donne nel nostro Paese. Una donna che si è battuta contro un’ingiustizia e di fatto, con la sua battaglia, ha eliminato (almeno formalmente) quella barriera che impediva alle donne l’accesso a molte carriere pubbliche. Rosa Oliva, dopo la laurea in scienze politiche (1958), sì è vista respingere la domanda di ammissione al concorso da prefetto perché non aveva un requisito fondamentale: non era uomo. La sua battaglia è un tassello importante della lotta per la democrazia paritaria: ha portato infatti, nel 1960, alla sentenza n. 33 della Corte Costituzionale che ha eliminato quella discriminazione di genere che fino ad allora impediva a una donna di fare carriera in prefettura e diplomazia. Solo dal 1963, poi, le donne hanno potuto ambire al ruolo di magistrati. E dal 1999 hanno potuto accedere alla carriera militare. C’è chi ha paragonato la sua vicenda a quella di Rosa Parks, che nel 1955, in Alabama, a bordo di un autobus rifiutò di cedere il suo posto a un bianco e con il suo no diede inizio alla lotta contro le discriminazioni razziali.Il progetto Donne al volante vuole proporre in particolare (ma non solo) alle studentesse e agli studenti del Friuli Venezia Giulia, storie di donne e di successi possibili, modelli femminili che, andando oltre quelli dominanti ancorati per lo più alla seduzione e all’accudimento, contribuiscano a delineare un ritratto della femminilità in grado di rispettare e valorizzare la pluralità dell’essere donna.Il cuore del progetto sono quattro incontri (nei capoluoghi di provincia della regione) tra “donne al volante” e chi sta iniziando a definire il proprio percorso o sta solo immaginando cosa potrebbe fare, essere, diventare da grande e, più in generale, con chiunque abbia voglia di riflettere su quali sono, oggi, le reali opportunità delle donne, tra diritti acquisiti e altri ancora da conquistare pienamente.

Il progetto Donne al volante è nato dall’incontro tra la giornalista Simona Regina e la casa editrice Scienza Express edizioni ed è realizzato con il contributo della Regione (Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione, pari opportunità, politiche giovanili e ricerca).

Ulteriori dettagli sul blog scienzaexpress.it/blog/donnealvolante/  INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: [email protected] OPPURE +39 328 6517089

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