venerdì , 19 Aprile 2024
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“Giulio Cesare”di William Shakespeare Rassegna “Giovani Compagnie e Autori classici”

Si sa che Shakespeare è Shakespeare ,non si può più di tanto uscire dal solco delle sue scritture, e questa e stata la molla che mi ha portato al Teatrone ieri sera : la curiosità.

Compagnia giovanissima fatta di volti non noti (da quì si deduce l’ottimo prezzo del biglietto :12 euro per tutti) che si fionda su un drammone storico -politico come il Giulio Cesare …..chissà cosa ci porteranno sul palco ? 3 porte. Si tre porte  vecchie e scrostate più una sedia sgangherata .Fine degli elementi di scenografia . Palco quasi sempre buio dove i giochi di luce , direzionati ad hoc, evidenziavano i protagonisti. Bravi indubbiamente , molto preparati .Padroni della trama .La storia è quella nota ai più :la congiura contro Cesare che viene accoltellato da coloro che già cospiravano contro ,anche se amici fraterni ,la caduta del potere di un condottiero amato dal popolo (anche quì ,mi ripeto , grazie a chi ti uccide nel momento di massimo splendore che così ti rende un mito per sempre ),il tormento e le lotte che nascono poi tra i fautori di questo crimine.Detto così sembra che tutto sia filato liscio, ma non sempre ciò che va bene sulla carta rende al massimo dal vero . Secondo me c’era un contrasto di fondo tra l’essenzialità delle scene e il sovraccarico di gestualità nell’interpretazioni di alcuni personaggi .In parole povere troppa roba da capire e far capire  aldilà delle parole del testo (un appunto anche alla chiarezza dell’espressione vocale) .Credo che un comune mortale, se non aveva idea della storia , poco ne capiva , almeno nel primo atto . Le due attrici , che interpretavano Calpurnia e Porzia ,esasperavano movenze e atteggiamenti che anzichè riassumere così significati e profondità psicologica, creavano distrazione nello spettatore che seguiva troppo i movimenti senza coglierne il contenuto profondo .Ricco, ricchissimo di simbologie, anche molto creative ,innovative, se pensiamo che Cesare viene rappresentato in scena dalla sedia rotta (il potere che inizia a sgretolarsi ) e viene ucciso da Bruto, Cassio e Casca armati di gessetti rossi che segnano ripetutamente la “sedia-Cesare ” rappresentando così l’omicidio .Il tormento dell’anima di Casca ,legato da grosse funi ,si spiega così mentre lui cerca di correre ma  viene trattenuto.E queste 3 famose porte che, continuamente mosse dagli attori , cambiavano la scena diventando muro, sedile , uscio e altro ancora  , e davano quell’essenzialità che riequilibrava tutta la rappresentazione . Ad ogni modo ,dando a Cesare quello che è di Cesare (giochino di parole …) tanto di cappello alla giovane compagnia e al regista Andrea Baracco : mettere insieme quel popò di dramma con tanta inventiva nel movimentare le scene con le famose porte , dietro cui gli attori si cabiavano e sottolinavano l’azione magari solo con mani che spuntavano da dietro od oggetti che marcavano la recitazione, merita veramente un applauso .Solo che veramente c’era tanta roba ,forse troppa per poterla cogliere tutta in un solo colpo .Come quando cerchi i pezzi di un puzzle e butti tutto sul tavolo e ti sembrano sempre troppi tasselli da mettere assieme. Probabilmente con tutti gli spunti che hanno messo sul palco si potevano fare almeno due o tre puntate , come un serial televisivo .Di buono comunque c’era che la presenza dei giovani in sala era notevole e quindi è chiaro che se l’ingresso a un prezzo più accessibile , le platee si riempiono !

 

                    Pensateci e pensatemi Al. Ga.

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