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Addio a Stefano D’Orazio, mitico batterista dei Pooh

Addio a Stefano D’Orazio, mitico batterista dei Pooh

SI È SPENTO STEFANO D’ORAZIO mitico batterista dei POOH

In memoria di Stefano riproponiamo il nostro servizio sul concerto

di addio del gruppo del 30 dicembre 2016:

Dopo cinquant’anni sul palco si è definitivamente chiusa la carriera dei Pooh, il glorioso gruppo di musica pop-melodica italiana che ha fatto da colonna sonora a diverse generazioni di giovani e meno giovani. L’Unipol Arena ha visto infatti i Pooh esibirsi lo scorso 30 dicembre, in formazione completa dopo la reunion di giugno 2016, nella stessa città dove tutto è iniziato nel 1966: Bologna.

E proprio dalla citta “dotta” è partito il segnale che, in collaborazione con NEXO DIGITAL, ha permesso ai fan non presenti a Bologna di vivere l’evento in diretta in oltre 200 sale cinematografiche della nazione (prima volta in Italia) nonché sul canale TV di RTL 102.5.

Chi scrive ha assistito all’evento comodamente seduto su una poltrona di un cinema (due sale quasi completamente gremite, ndr) dotato, come oramai consuetudine, di un impianto audio Dolby-surround di tutto rispetto che seppure non paragonabile all’amplificazione di un concerto ha comunque riprodotto fedelmente il suono e le “vibrazioni” dello show dando l’idea (e forse anche l’illusione) di essere parte del pubblico dell’Arena. Le diverse telecamere presenti al concerto hanno ripreso le immagini che la regia abilmente selezionava, con stacchi sui primi piani, visioni d’insieme del gruppo e numerose incursioni fra le prime file del pubblico ripreso a cantare tutte le canzoni dei Pooh, immagini proiettate in diretta sui maxi schermi delle sale cinematografiche con un risultato d’insieme altamente spettacolare e coinvolgente tanto che più di qualcuno in sala applaudiva alla fine dei brani.

La locandina dell’evento distribuita a tutti gli spettatori dei cinema

Insomma, si potrebbe dire senza tema di smentita che questa sarà la nuova frontiera dell’intrattenimento musicale; in realtà un’iniziativa simile è già attualmente utilizzata con il teatro delll’opera, infatti, sempre la Nexo Digital ha in programma da settembre scorso la diretta nei cinema con la Royal Opera House di Londra, non sappiamo se con lo stesso riscontro di pubblico o meno ma la strada oramai è tracciata e ipotizziamo che iniziative del genere prenderanno sempre più piede.

Ma veniamo al concerto: appuntamento e ingresso in sala alle 20.30 e inizio puntualissimo alle ore 9 (e non poteva essere altrimenti) con la proiezione della sequenza numerica degli anni di carriera proiettati in un countdown al contrario che una volta arrivato al 50, nell’apoteosi del pubblico, ha visto il gruppo entrare in scena e attaccare subito con Giorni infiniti per poi proseguire con tre ore di successi, più o meno noti, pescati dal vastissimo repertorio di questa band che nel corso della sua lunghissima carriera (è proprio il caso di dirlo) ha venduto qualcosa come oltre 100 milioni di dischi. I brani si sono susseguiti uno dietro l’altro, via quindi con Rotolando respirando, Dammi solo un minuto, Banda nel vento e la bellissima Vieni fuori, il primo 45 giri dei Pooh (1966).

Tanta la commozione fra presenti, consapevoli di trovarsi davanti ai loro beniamini per l’ultima volta, e altrettanta la commozione di chi il palco lo stava calcando, al punto che Riccardo Fogli – introdotto da Roby Facchinetti “come un fratello” – poco dopo l’inizio del concerto non è nemmeno riuscito a salutare il pubblico (lo farà successivamente una volta ripresosi).

Tre ore di successi di epoche diverse con sonorità ovviamente differenti a seconda dei periodi attraversati e testi spesso ispirati da situazioni reali che i componenti della band hanno visto dipanarsi davanti ai loro occhi durante la loro epopea; fra i 50 brani proposti (50, non a caso) citiamo Pierre e il tema dell’omosessualità trattato già una quarantina di anni addietro.

Un palco con una lunga penisola che si protraeva verso il centro del parterre ha reso più vicini i Pooh al pubblico, numerose le scorribande dei componenti della band lungo la pedana (forse un po’ troppo distante da un pubblico caloroso ma in ogni caso tranquillo, ndr); un bianco pianoforte a coda apparso dall’interno del palco è stato il fulcro della parte acustica dello show che ha visto il quintetto esibirsi praticamente al centro del parterre sulla parte finale della penisola, dove sono stati proposti brani come il già citato Pierre, In diretta nel vento, Stare senza di te, Alessandra e altri ancora. Diversi gli strumenti (sempre acustici) che i roadies portavano sul palco volta per volta e che i componenti della band hanno cambiato e suonato con disinvoltura a riprova della professionalità acquisita nel corso della loro lunghissima carriera.

Sul pianoforte troneggiava un cappellino da baseball, più volte ripreso dalle telecamere, il cui significato è stato poi svelato da Roby Facchinetti, si trattava di un omaggio a Valerio Negrini, uno dei fondatori dei Pooh nonché l’autore di centinaia di canzoni della band, che dopo l’abbandono del gruppo ha continuato a scrivere per loro quelle che secondo molti sono autentiche poesie; un ricordo commosso quindi all’anima della band – noto anche come Il quinto uomo dei Pooh fino al 2009 – che ci ha lasciato pochi anni fa (era il 3 gennaio 2013).

Fra un brano e l’altro Red, Roby, Riccardo, Dodi e Stefano hanno voluto ringraziare i loro famigliari per avergli dato la possibilità di realizzare un sogno lungo cinquant’anni ed il pubblico che li ha seguiti e spronati ad andare avanti riempiendo stadi e palazzetti.

Numerosi gli striscioni di affetto apparsi alla Unipol Arena, citiamo a caso fra i tanti “In questo inferno i Pooh al Governo”, “Al cinema non c’era più posto”, “Valerio li hai fatti suonare, non farli smettere” e molti altri ancora a testimonianza dell’amore del pubblico verso i loro beniamini. Su suggerimento di un lettore (che da queste pagine ringraziamo pubblicamente) citiamo pure i 13.000 palloncini rossi a forma di cuore ed i 6.000 cartelli con la scritta GRAZIE sopra un grande cuore rosso che hanno letteralmente fatto cambiare colore all’Arena: se non è affetto questo….

Nell’immagine inviataci dal lettore un particolare dei cuori e dei cartelli con il ringraziamento ai Pooh

Il tempo intanto scorreva veloce così come i brani che venivano proposti e con Noi due nel mondo e nell’anima, Tanta voglia di lei e Il cielo è blù sopra le nuvole si iniziava ad andare verso il finale con brani più ritmati che hanno fatto “saltare” il pubblico a tempo di musica, Chi fermerà la musica seguita dalla intramontabile Pensiero hanno di fatto chiuso questo grandissimo omaggio dei Pooh al loro pubblico, salutato infine con Solo voci, il brano a cappella tratto da Tropico del nord.

Ulteriore ripresa delle telecamere fra il pubblico con inquadrature che mettevano in evidenza le lacrime di commozione che buona parte dei presenti non riusciva a trattenere così come, ne siamo certi nonostante l’oscurità, è sicuramente successo anche in sala.

Dario Furlan

La scaletta del concerto:
1. Giorni infiniti
2. Rotolando respirando
3. Dammi solo un minuto
4. Banda nel vento
5. Vieni fuori
6. In silenzio
7. Piccola Katy
8. Nascerò con te
9. Io e te per altri giorni
10. Se c’è un posto nel tuo cuore
11. Amici per sempre
12. L’altra donna
13. Stai con me
14. Se sai, se puoi, se vuoi
15. La gabbia
16. L’aquila e il falco
17. Il ragazzo del cielo (Lindbergh)
18. Risveglio
19. Ultima notte di caccia
20. Viva
21. Pierre
22. In diretta nel vento
23. Stare senza di te
24. 50 primavere
25. Alessandra
26. Santa Lucia
27. Uomini soli
28. Quando una lei va via
29. Notte a sorpresa
30. Nel buio
31. Domani
32. Parsifal
33. Parsifal (Part II)
34. Per te qualcosa ancora
35. Dove sto domani
36. Cercando di te
37. La ragazza con gli occhi di sole
38. Ci penserò domani
39. Pronto, buongiorno è la sveglia
40. La donna del mio amico
41. Canterò per te
42. Dimmi di sì
43. Noi due nel mondo e nell’anima
44. Tanta voglia di lei
45. Il cielo è blu sopra le nuvole
46. Io sono vivo
47. Non siamo in pericolo
48. Chi fermerà la musica
49. Pensiero
50. Solo voci

About Dario Furlan

Fotografo free lance e giornalista pubblicista. Segue da anni il panorama musicale internazionale - ma anche locale - con particolare predilezione per quanto riguarda il rock (in tutte le sue derivazioni), il folk ed il blues nonché la musica in lingua friulana. Cultore di "motori e rally", dei quali vanta una conoscenza ultradecennale, è anche atleta nella disciplina ciclistica della mountain bike.

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